
Secondo quanto riportato da 9to5Google, alcune schede di Discover mostrano in alto a sinistra non più il solo logo della testata, bensì una pila di icone sovrapposte, dove ciascuna rappresenta una fonte utilizzata per generare il riassunto. Toccando queste icone, si apre un pannello “Altro” che elenca tutti gli articoli originali che hanno contribuito alla sintesi.
Come segnala Android Police (link in VIA 2), che a sua volta cita DiscoverSnoop, le prime tracce di questo test risalgono ai primi di giugno, anche se in un primo momento riguardava soltanto contenuti video, con una breve descrizione AI posizionata sopra la miniatura. Il frammento visibile era limitato a tre righe e, per leggere il testo completo di circa dieci righe, l’utente doveva selezionare “Mostra altro”.
La versione attualmente in prova conserva lo stesso meccanismo: il feed mostra un’anteprima di tre righe, dopodiché compare il bottone “Vedi altro” per espandere l’intero riassunto. Sotto il testo espanso appare un piccolo disclaimer: “generato con AI, che può commettere errori”. L’immagine di anteprima riprende il primo articolo della serie, mentre il titolo visualizzato è quello dello stesso pezzo di apertura.
Il motore che sta alla base di questi riassunti sembra essere lo stesso sistema sperimentale di AI Overviews già utilizzato in Search. Dopo un lancio non privo di difficoltà, Google pare intenzionata a verificarne l’efficacia anche su Discover, dove l’obiettivo è offrire agli utenti una panoramica rapida, ma si spera fedele, dei contenuti proposti.
Oltre alle sintesi, Discover sta sperimentando anche un nuovo tasto “Salva” direttamente sulle card: si trova tra l’icona del cuore e il menu a tre puntini. Con un solo tap, l’articolo o il video viene aggiunto alla scheda Attività, cosa che renderebbe più semplice ritrovare i contenuti. Restiamo in attesa di capire se (e quando) questi riassunti AI diventeranno una feature stabile o rimarranno esperimenti limitati, anche se è più probabile la prima ipotesi. Quel che è certo è che Google continua a spingere sull’acceleratore dell’AI, nonostante tanti editori stiano lamentando un drastico calo di visite proprio a causa sua.