A meno di due settimane dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca, Google si è ritrovata invischiata in una disputa tra Paesi confinanti: gli Stati Uniti, appunto, e il Messico. Il team di Maps ha annunciato che seguirà la decisione di Trump di rinominare unilateralmente il Golfo del Messico in Golfo d’America; dunque, almeno in territorio Usa, sulle mappe si troverà scritto “Golfo d’America”. Lo stesso dicasi per il Monte Denali in Alaska, ora riconosciuto ufficialmente come Monte McKinley.
Nel momento in cui scriviamo, i toponimi non sono ancora cambiati (non su Google Maps). Ma a breve lo saranno, se Google darà seguito a quanto annunciato.
In una lettera pubblicata giovedì, la presidente messicana Claudia Sheinbaum invita Google a tornare sui suoi passi. Sheinbaum sostiene che l'”editto” di Trump violi la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, e pertanto la scelta di Google di seguirlo sia errata. Ciò per qualsiasi utente, indipendentemente da dove si trovi fisicamente.
Il trattato ONU stabilisce che gli Stati Uniti, come qualsiasi altro Paese, non possano rinominare alcun corpo idrico che si trovi al di fuori della propria giurisdizione. La sovranità degli Usa si estende fino a 12 miglia nautiche dalla costa: è su questo tratto che hanno sovranità, non sull’intero corpo idrico.
Al di là della vicenda politica, comunque, Google sta aspettando che il Geographic Names System degli Stati Uniti aggiorni ufficialmente sia il Golfo del Messico che il Denali con i nuovi nomi di Trump (nel caso del Denali, il vecchio). Solo allora distribuirà la modifica agli utenti finali.
La particolarità è che gli utenti di Maps con sede in Messico vedranno ancora “Golfo del Messico”, mentre quelli che si trovano al di fuori delle due nazioni coinvolte vedranno addirittura entrambi i nomi.