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Google, così come altre aziende statunitensi, si trova in un periodo di notevoli cambiamenti relativi alle politiche aziendali. Dopo aver rimosso nei giorni scorsi il riferimento alle armi dai principi sull’uso dell’intelligenza artificiale, la società di Mountain View ha annunciato oggi anche la fine dei suoi obiettivi di assunzione legati alla diversità, equità e inclusione (DEI). Questa decisione rappresenta un ulteriore segnale di un più ampio ritiro delle iniziative DEI nell’industria tecnologica statunitense, in risposta ai cambiamenti normativi e alle recenti pressioni politiche.
LE MOTIVAZIONI DIETRO LA DECISIONE
In un promemoria inviato ai dipendenti, Fiona Cicconi, Chief People Officer di Google, ha comunicato che l‘azienda non stabilirà più obiettivi specifici per aumentare la rappresentanza di gruppi storicamente sottorappresentati. La decisione è motivata dalla necessità di conformarsi alle recenti decisioni giudiziarie e agli ordini esecutivi emanati dall’amministrazione Trump, che mirano a limitare le iniziative DEI sia nel settore pubblico che tra gli appaltatori federali.
Prima di tutto, voglio essere chiara: ci siamo sempre impegnati a creare un ambiente di lavoro in cui assumiamo le persone migliori ovunque operiamo, costruiamo un contesto in cui tutti possano prosperare e trattiamo tutti in modo equo. Questo è esattamente ciò che potete aspettarvi anche in futuro. I nostri utenti provengono da ogni parte degli Stati Uniti e del mondo, e li serviamo meglio quando anche i nostri dipendenti riflettono questa diversità.
Google, in quanto appaltatore federale, deve garantire che le proprie pratiche siano in linea con le nuove normative, che pongono restrizioni su programmi che potrebbero essere interpretati come discriminatori, anche se progettati per favorire l’inclusione. Il promemoria sottolinea che, pur eliminando gli obiettivi di assunzione formali, l’azienda continuerà a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e a garantire pari opportunità per tutti i dipendenti.
I DATI SULLA DIVERSITÀ IN GOOGLE
Nel 2020, in risposta alle crescenti richieste di giustizia razziale seguite all’uccisione di George Floyd, Google aveva fissato l’obiettivo di aumentare del 30% la rappresentanza di gruppi sottorappresentati nei ruoli di leadership entro il 2025. Questo traguardo è stato raggiunto già nel 2022, grazie a una serie di iniziative mirate, tra cui programmi di mentorship, formazione sulla leadership inclusiva e partnership con organizzazioni dedicate alla promozione della diversità.
Tuttavia, i dati del rapporto sulla diversità del 2024 mostrano che la rappresentanza rimane limitata: il 5,7% dei dipendenti statunitensi di Google è afroamericano e il 7,5% è ispanico. Quattro anni prima, queste percentuali erano rispettivamente del 3,7% e del 5,9%, segnalando progressi, ma anche la persistenza di disparità significative.
Un altro cambiamento rilevante riguarda la possibilità che Google interrompa la pubblicazione dei rapporti annuali sulla diversità, una prassi avviata nel 2014. Tali rapporti hanno rappresentato uno strumento chiave per monitorare e rendere trasparente l’evoluzione della composizione del personale. L’eventuale sospensione solleva interrogativi sul livello di trasparenza futura dell’azienda in materia di inclusione.
RIVALUTAZIONE DEI PROGRAMMI
Oltre a eliminare gli obiettivi di assunzione, Google sta conducendo una revisione interna delle proprie iniziative DEI. Il team guidato da Melonie Parker sarà responsabile della valutazione di programmi di formazione, sovvenzioni e altre attività legate alla diversità, con l’obiettivo di determinare quali siano realmente efficaci e quali possano comportare rischi legali o reputazionali.
In particolare, saranno oggetto di revisione i programmi che potrebbero essere considerati non conformi alle nuove normative federali, nonché quelli che, secondo l’azienda, non hanno avuto l’impatto sperato. Il focus sarà su come mantenere un impegno verso l’inclusione senza violare le nuove restrizioni legali, bilanciando la necessità di conformità con i valori aziendali.
CONTINUITÀ DI ALCUNE INIZIATIVE
Nonostante i cambiamenti, Google ha dichiarato che manterrà attivi i gruppi di risorse per i dipendenti sottorappresentati, noti come Employee Resource Groups (ERG), che offrono supporto e networking all’interno dell’azienda. Continueranno anche le collaborazioni con università e college per attrarre talenti da una varietà di background.
L’azienda ha ribadito il proprio impegno nell’espansione degli uffici in città caratterizzate da una forza lavoro diversificata, sia negli Stati Uniti che a livello globale. Questo approccio mira a riflettere la diversità degli utenti che Google serve in tutto il mondo. Tuttavia, le nuove aperture e le strategie di assunzione non saranno più guidate da obiettivi quantitativi di rappresentanza.
IL CONTESTO PIÙ AMPIO NELL’INDUSTRIA TECNOLOGICA
La decisione di Google si inserisce in un trend più ampio nel settore tecnologico. Meta, ad esempio, ha recentemente sciolto il team responsabile delle iniziative DEI e ha abbandonato gli obiettivi di rappresentanza per l’assunzione di donne e minoranze. Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane di Meta, ha dichiarato che “il panorama legale e normativo riguardante gli sforzi per la diversità, equità e inclusione negli Stati Uniti sta cambiando”, riflettendo un contesto sempre più complesso per le aziende.
Amazon, da parte sua, ha annunciato la progressiva eliminazione di alcune iniziative di diversità entro la fine del 2024. L’azienda ha rimosso dal proprio sito web la frase “diversità, equità e inclusione fanno bene agli affari”, pur mantenendo altri riferimenti alla diversità.
Anche altre aziende hanno affrontato pressioni da parte degli azionisti per ridurre o terminare i programmi DEI. Apple ha rifiutato definendola una “proposta inappropriata”. Il National Center for Public Policy Research, un think tank conservatore, ha presentato proposte per porre fine agli sforzi di inclusione e diversità in diverse società quotate in borsa. In risposta, Apple ha raccomandato agli azionisti di respingere tali proposte, ma la loro stessa esistenza riflette un cambiamento nel dibattito pubblico e aziendale su questi temi.