Google ha annunciato che farà ricorso in appello contro la multa da 500 milioni di euro comminata lo scorso luglio in Francia dall’Autorità garante della concorrenza relativamente al caso sui diritti d’autore connessi, quelli che tutelano attività che ne permettono la fruizione e la diffusione. In pratica, si tratta di un sistema di accordi in base al quale gli editori vengono pagati per l’utilizzo dei loro articoli da parte di Google News.
L’Autorità aveva multato Google accusandola di non aver negoziato “in buona fede” con gli editori in merito all’applicazione dei diritti connessi. La società di Mountain View, non solo avrebbe imposto che gli accordi si svolgessero nell’ambito dell’iniziativa Publisher Curated News comprendente il nuovo servizio Showcase (arrivato anche in Italia a marzo scorso), rifiutandosi in tal modo di entrare nel merito di trattative specifiche sui compensi dovuti, ma l’ambito della negoziazione sarebbe stato ingiustificatamente ristretto.
Oltre alla multa, il giudice aveva ordinato a Google di presentare agli editori e alle agenzie di stampa “un’offerta di remunerazione per gli utilizzi attuali dei contenuti protetti”, pena l’arrivo di ulteriori sanzioni che potrebbero raggiungere i 900.000 euro al giorno. Questa decisione era stata giustificata dal comportamento tenuto dall’azienda dopo l’iniziale accertamento delle responsabilità.
Questo il commento di Sebastien Missoffe, CEO di Google France:
Siamo in disaccordo con alcuni elementi giuridici e consideriamo che il totale della multa sia sproporzionato rispetto agli sforzi che abbiamo messo in atto. Riconosciamo la legge sui diritti connessi e restiamo comunque impegnati per firmare accordi in Francia. Abbiamo esteso la nostra offerta a più di 1.200 editori di giornali, modificato alcuni aspetti dei nostri contratti e condividiamo i dati richiesti per rispettare la decisione dell’Autorite de la concurrence”
La presidente dell’Autorite de la concurrence francese, Isabelle de Silva, aveva affermato lo scorso luglio che la multa da 500 milioni di euro è stata la più alta mai imposta, proprio a “volerne sottolineare l’importanza”. A determinare l’ammontare della sanzione sarebbe anche intervenuta la gravità della condotta e il fatto che Google abbia prolungato così tanto l’inadempienza.