Il 3 marzo di cinquant’anni fa veniva lanciata da Cape Canaveral la missione Apollo 9, progettata dalla Nasa per sperimentare il modulo per l’allunaggio (Lem, Lunar Excursion Module) che a distanza di pochi mesi, nel luglio 1969, avrebbe portato allo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11 permettendo a Buzz Aldrin e Neil Armstrong di calpestare per primi il suolo lunare. A dispetto di quello storico successo, la missione Apollo 9 non iniziò sotto i migliori auspici: l’agenzia spaziale statunitense fu infatti costretta a posticipare di qualche giorno il lancio previsto dal Kennedy Space Center con il razzo Saturn V.
Nessuno problema tecnico alla base del ritardo, solo un banale raffreddore accompagnato da un fastidioso mal di gola che impedì ai tre astronauti dell’equipaggio di superare la visita medica. I tecnici della Nasa preferirono aspettare il loro pieno recupero fisico, dal momento che la missione si preannunciava come la più complessa mai realizzata fino ad allora. L’obiettivo principale era quello di testare il modulo lunare in condizioni operative, pur rimanendo nell’orbita terrestre. Una volta raggiunta la quota prefissata, il comandante James McDivitt, il pilota del modulo di comando David Scott e il pilota del modulo lunare Russell Schweickart eseguirono tutte le manovre previste per l’allunaggio.
Nel terzo giorno di volo, prima Schweickart e poco dopo McDivitt passarono dalla capsula dell’Apollo al modulo lunare usando l’apposito tunnel di collegamento: era la prima volta che degli astronauti passavano da un veicolo spaziale all’altro senza dover uscire. Il giorno successivo, il 6 marzo 1969, furono svolte le prime attività extraveicolari: Schweickart uscì dal modulo lunare rimanendo assicurato con una semplice corda di nylon, ma dovette rientrare prima del previsto a causa del ‘mal di spazio’ che gli aveva provocato nausea e vertigini; Scott uscì dal modulo di comando rimanendo agganciato ai sistemi di sopravvivenza del veicolo spaziale.
Il quinto giorno della missione McDivitt e Schweickart si staccarono con il Lem dal modulo di comando e si allontanarono: poi venne staccato lo stadio di discesa e acceso lo stadio di risalita per consentire la manovra di rendez-vous. Dopo sei ore dal distacco, le due unità si riagganciarono perfettamente. Completate 152 orbite intorno alla Terra in 241 ore, il 13 marzo 1969 la missione si concluse con un tuffo nell’Atlantico, nei pressi delle Bahamas