L’azienda si rimangia anche l’idea di produrre CPU per portatili con RAM integrata, senza supporto ai moduli esterni.
Nessuno è al sicuro dall’ascia di Pat Gelsinger, attuale CEO di Intel con il preciso compito di tagliare i rami secchi e porre fine al periodo non esattamente roseo che l’azienda sta attraversando.
Durante la presentazione dei risultati finanziari relativi al terzo trimestre di quest’anno, Gelsinger ha annunciato un paio di cambi radicali di direzione: uno certo, l’altro quantomeno probabile.
Il primo riguarda l’inversione di una decisione presa qualche tempo fa, quando Intel annunciò che le nuove generazioni di chip per portatili, a partire da Lunar Lake, non avrebbero supportato i tradizionali moduli di memoria separati (e quindi alterabili dall’utente), adottando invece un quantitativo di RAM fisso inserito all’interno dello stesso package della CPU.
A quanto pare, Gelsinger s’è accorto che non si trattava di una decisione particolarmente furba. Nonostante la scelta fosse stata presentata come una carta vincente per aumentare la durata della batteria riducendo i consumi energetici, «non è il modo giusto di gestire gli affari» ha affermato il CEO.
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Lunar Lake, che ormai è sul mercato con il nome di Core Ultra 200V, ha la RAM all’interno del package. Ma i suoi successori saranno «costruiti in maniera più tradizionale, con la memoria all’esterno del package».
Il secondo cambio di direzione non è stato affermato così chiaramente, ma certamente è qualcosa su cui Gelsinger sta riflettendo con serietà.
La questione riguarda il settore delle schede grafiche discrete, in cui Intel ha deciso di rientrare quasi cinque anni fa.
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«Come stiamo gestendo la grafica?» si chiede Gelsinger, con la mente sempre rivolta al suo ruolo di “semplificatore” delle linee di prodotti a marchio Intel. E si risponde: «Stiamo sempre più andando verso l’integrazione delle capacità grafiche [nei processori], e perciò, guardando al futuro, vediamo meno necessità di portare sul mercato schede grafiche discrete».
Occorre dire che l’esperimento iniziato nel 2020 non è stato quel successo in cui Intel evidentemente sperava; quantomeno, si può sperare che l’esperienza accumulata venga riutilizzata nella progettazione di GPU integrate di alto livello.
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