Trombe d’aria più estreme come quella che si è abbattuta su Porto Cesareo, nel Salento, sono fenomeni meteo più ‘esplosivi’ che potrebbero essere dovuti ai cambiamenti climatici, fermo restando che le trombe d’aria non sono eventi eccezionali in Italia. Non è escluso che anche la velocità dei venti, che in questi giorni in alcune zone d’Italia è paragonabile a quella dei venti di un uragano, sia collegata ai cambiamenti climatici. Lo ha detto all’ANSA il climatolo Bernardo Gozzini, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e direttore del consorzio Lamma fra Cnr e Regione Toscana.
“Queste situazioni meteorologiche – ha spiegato Gozzini- sono abbastanza normali in autunno, ma il cambiamento climatico può farle diventare più esplosive perché influisce sui meccanismi alla base della loro formazione, in pratica incrementa le differenze di temperature tra quota e suolo e le differenze di pressione”.
La situazione in questi ultimi due giorni sulla nostra penisola, ha proseguito, “è dovuta alla bassa pressione che ha raggiunto valori molto bassi, dando origine a forti venti con raffiche paragonabili a quelle di un uragano. I venti infatti hanno superato 180 chilometri orari in alcune zone come Novara di Sicilia e hanno raggiunto 119 chilometri orari a Gallipoli”.
Quando ci sono situazioni di questo genere, ossia differenze di pressione, differenze di temperatura in quota (20 gradi sotto lo zero a 6.000 metri e 8-10 gradi al suolo), sommate al mare caldo, che crea più evaporazione immettendo energia nel sistema, possono verificarsi fenomeni molto localizzati ma molto forti come violente trombe d’aria e anche piogge intense