tabUi, PeakFinder e Virtlo sono tre app di realtà aumentata che possono essere molto utili ai viaggiatori. Che si viaggi in Italia, nel mondo o per montagne le informazioni geolocalizzate sono sempre utili
La realtà aumentata (Augmented Reality, o Ar) applicata al turismo ha un potenziale che è ancora tutto da esplorare, ma per una killer application i tempi non sono ancora maturi. Se da una parte il gioco Pokémon Go ha mostrato al grande pubblico quanto possa essere coinvolgente, la moria di startup nate per cavalcarne l’onda in altri settori conferma che l’utilità va dimostrata caso per caso.
A parte le singole iniziative che vedono coinvolte istituzioni museali di tutto il mondo – si pensi alle installazioni del National Museum of Singapore, dell’Art Gallery of Ontario (Toronto) o anche allo Smithsonian di Washington – probabilmente l’app AR più diffusa è Google Lens per riconoscere testi, immagini e oggetti, nonché quella per le traduzioni e la versione sperimentale per il mapping.
tabUi per la caccia di luoghi di interesse
Ma se si volesse guardare al turismo fai-da-te? Senza ombra di dubbio in Italia si sta distinguendo l’app tabUi – dal nome generico per i cani da tartufo. Appunto, come un fido scovatore di luoghi di interesse l’app Made in Langa aspira a diventare lo strumento di riferimento per ogni viaggiatore.
Grazie alla localizzazione fornisce informazioni su arte e cultura, luoghi da vedere, ospitalità, ristorazione, attività sportive, percorsi trekking, eventi, etc. Tutto arricchito di schede, link, numero di telefono e ogni altro dettaglio utile. Il valore aggiunto è che con la realtà aumentata si possono individuare con uno sguardo al terminale tutti i punti di interesse con relative distanze e direzioni.
Ma non finisce qui perché il sistema è anche partecipativo: gli utenti possono arricchire facilmente il database con le loro schede e quindi condividerle con la community ampliando l’offerta. Ovviamente il team di tabUi attua un controllo preventivo sui contenuti, prima di sbloccarli. E così se inizialmente il progetto è partito con una copertura “editoriale” su Piemonte e Valle d’Aosta, adesso sta via via ampliando il raggio a tutta la penisola. Si contano non a caso già più di 100mila utenti al servizio, per altro completamente gratuito. L’app è disponibile per Android e iOS. La prospettiva futura è che si possano fare acquisti in-app ad esempio di biglietti per musei e altri servizi.
PeakFinder per dare un nome a ogni montagna
Lo sapevate che circa il 35% del suo italiano è fatto di montagne? In molti casi si tratta di una bellezza di cui spesso sappiamo poco o nulla. E così mentre il proprio compagno o compagna, ma anche magari figlio o figlia, rimangono inebetiti con occhi trasognanti di fronte a questo spettacolo spesso non sappiamo che dire. “Quello dovrebbe essere…” è un incipit di solito claudicante e preludio di inesattezze, ma grazie all’app PeakFinder (5,49 euro) si possono guadagnare i lustrini da sherpa. La realtà aumentata “mostra i nomi di tutte le montagne e vette con una visualizzazione panoramica a 360°“. Si parla di oltre 650mila vette di tutto il mondo, dal Monte Everest al Monte Rosa. Inoltre funziona anche offline, quindi in luoghi impervi e senza connessione la conoscenza è assicurata. Da rilevare che è stata consigliata persino da nationalgeographic.com.
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Il funzionamento è semplice perché di fatto sovrappone l’immagine della fotocamera al disegno del panorama, realizza un rendering quasi istantaneo dei paesaggi circostanti in un raggio di 300 km e mediante selezione gps mostra un elenco di vette o una mappa (online). Infine non è presente pubblicità, gli aggiornamenti sono gratuiti e non viene raccolto alcun dato dell’utente.
Virtlo per chi viaggia nel mondo
Virtlo è una app gratuita di realtà aumentata che analogamente a tabUi consente di scoprire con uno sguardo attraverso lo schermo e la geolocalizzazione luoghi turistici e di ristoro, negozi, intrattenimento, informazioni sui trasporti, etc. Insomma, una guida completa per ogni turista. La sua peculiarità è di disporre di un database globale, quindi la app funziona in ogni parte del mondo: dall’Algeria al Paraguay, fino all’Antartide.
Ovviamente non è tanto profilata per le località meno battute, ma si dimostra utile per quelle più note o lontane. Purtroppo al momento è solo in inglese, ma la sua immediatezza la rende piuttosto comprensibile.
Non manca la funzione per aggiungere (More) altre località ma la compilazione del documento è un po’ burocratica. Utile anche l’opzione di download dei contenuti che consente la fruizione offline.
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