Nell’evoluzione sono le femmine a dettare le regole le gioco: sono loro, infatti, a determinare sia le caratteristiche fisiche dei maschi, sia il ritmo di sviluppo della specie. La conferma a quella che finora era stata soltanto un’ipotesi arriva per la prima volta dallo studio dell’Universita’ della California a Riverside pubblicato sulla rivista Nature Communications. L’analisi e’ stata condotta sul Dna di oltre 170 specie di pesci, ma i ricercatori sostengono che lo stesso principio sia largamente applicabile a tutto il regno animale.
Ricostruzione dell’albero genealogico basato sul Dna; le specie con la placenta in rosso, quelle senza in nero (fonte: Andrew Furness / University of Hull)
I ricercatori guidati da David Reznick hanno studiato pesci molto comuni anche nei negozi di animali, come i guppy e gli swordtail: le femmine di queste specie danno alla luce piccoli vivi invece delle uova e alcune hanno anche la placenta, proprio come i mammiferi. Costruendo un albero genealogico basato sul Dna, gli studiosi hanno dimostrato che esiste una connessione tra il modo in cui le madri partoriscono i figli, il modo con cui scelgono il partner e quanto velocemente la loro specie si evolvera’ in una nuova.
“Quando le madri non hanno la placenta la posta in gioco e’ piu’ alta e – spiega Reznick – investono tutto quello che hanno nelle uova da fecondare. Per questo sono molto selettive nella scelta di un maschio per l’accoppiamento”. Sono proprio loro che partoriscono i maschi dai colori piu’ sgargianti e che raddoppiano la velocita’ di sviluppo di nuove specie. Per le femmine con la placenta, invece, si tratta di un gioco completamente diverso: queste non investono tutto nelle uova, che sono piu’ piccole, e possono scegliere gli spermatozoi con cui fecondarle anche dopo l’accoppiamento con diversi maschi, oppure abortire.