Cassandra Crossing/ La notizia che la corsa agli armamenti nucleari sia finita è largamente esagerata.
Alcuni dei 24 irriducibili lettori di Cassandra ricorderanno una notizia apparsa in piena calura estiva riguardo l’esplosione di un missile nucleare russo Burevestnik KY30 (denominato SSC-X-9 Skyfall dalla NATO). E magari anche alcune, poco lette, analisi che indicavano una nuova corsa agli armamenti nucleari.
È pur vero che sapere che un olocausto nucleare si avvicina ha il vantaggio di aiutarci a sopportare altre fosche previsioni, come quelle di estinzione dell’umanità causate dal cambiamento climatico. Infatti forse saremo nuovamente in grado di estinguerci da soli e rapidamente; vediamo come.
Si tratta di comprendere alcune posizioni strategiche della Russia di oggi, e per capire queste dobbiamo risalire agli Stati Uniti del 1955. Nel ’55 eravamo in piena guerra fredda; tra gli eventi rimarchevoli, oltre alla nascita di Cassandra, ci fu l’incarico, dato dall’United States Office of Strategic Development alla Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti, di studiare la fattibilità di uno statoreattore armato a propulsione nucleare ad autonomia illimitata.
Statoché? Uno statoreattore è un velivolo relativamente semplice, molto più di un aereo a reazione normale, perché non ha parti in movimento come una turbina e, se lanciato ad almeno 300 km/h da un booster, inizia a volare autonomamente.
Basta che un combustibile riscaldi l’aria aspirata, aria che una volta riscaldata fornisce la spinta, finché dura il combustibile. E se al posto del combustibile tradizionale si mette un reattore nucleare raffreddato ad aria, ecco che otteniamo un aereomobile di autonomia e potenza praticamente illimitate.
La risposta della Commissione per l’Energia Atomica fu lo SLAM – Supersonic Low-Altitude Missile, un bestione da 27 metri e 30 tonnellate in grado di sganciare indipendentemente 26 testate da 1 megatone mentre svolazza, facendo più volte il giro del mondo a quattro volte la velocità del suono.
Il progetto SLAM si arrestò nel 1964, quando l’avvento dei missili intercontinentali ICBM con testate multiple a rientro indipendente MIRV rese inutile, nello scenario geopolitico del tempo, la maggiore manovrabilità, flessibilità e autonomia di uno SLAM, oggetto che richiedeva, per la sua realizzazione, materiali e tecnologie molto costose e in parte ancora da sviluppare.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e tante delle tecnologie necessarie, sia nel campo dell’informatica che dei materiali, sono state create per altri motivi.
Ma con uno scenario geopolitico come quello odierno, multilaterale, complesso e multilivello, i missili balistici e le contrapposte difese antimissile sono diventati inadeguati, specialmente per garantire la mutua distruzione assicurata, cioè una risposta distruttiva a un first-strike nucleare di un nemico, che paradossalmente garantisce la pace.
La Russia ha per questo ritenuto di sviluppare una missile da crociera simile allo SLAM, ed è ormai arrivata al lancio dei primi prototipi del missile da crociera Burevestnik KY30 (Procellaria), battezzato tramite un sondaggio popolare durante una campagna propagandistica pubblica.
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Pochi lo ricordano, ma nei primi anni ’50 gli Stati Uniti, utilizzando l’aviazione e le testate nucleari dell’epoca, avrebbero avuto la possibilità di distruggere l’Unione Sovietica con un first-strike imparabile.
Ai russi questo non piaceva, e infatti l’utilizzo di un’arma “imparabile” che potesse distruggere grandi bersagli, anche se non in grado di distruggere il mondo come la macchina del giudizio universale del Dottor Stranamore, continua a sembrar loro molto attraente. E probabilmente non solo a loro.
L’utilizzo di un tale missile ad autonomia illimitata garantirebbe la possibilità di colpire e distruggere qualsiasi bersaglio al mondo, anche solo lanciandolo pochi secondi prima di un attacco nucleare devastante, oppure come first-strike per distruggere un obbiettivo senza che si possa individuare l’attaccante. Analisi approfondite di questa situazione sono facilmente reperibili, anche in Rete.
E dobbiamo augurarci che un missile di questo tipo in volo di prova non passi mai dalle parti di casa nostra, visto che la scia di un reattore nucleare da 600 megawatt non schermato che scarica in aria non è proprio tra le cose più salutari che si possano immaginare.
Se il fatto che lo sviluppo di una simile arma sia quasi terminato in almeno un Paese al mondo non bastasse a farvi sentire insicuri, proseguiamo con la storia. Sempre negli anni ’50, per controbattere la già detta vulnerabilità russa a un attacco nucleare americano, il fisico (poi Nobel per la pace) Andrei Sakharov propose lo sviluppo di un’economica arma da quasi-fine-del-mondo.
Si trattava di un siluro autoguidato a propulsione nucleare, armato con una testata all’idrogeno da 10 – 100 megatoni rivestita di cobalto, in grado di devastare le coste degli Stati Uniti d’America, generando uno tsunami di enormi proporzioni con onde alte 500 metri, e inquinando le aree costiere con le radiazioni residue del Cobalto-60, al fine di distruggere bersagli costieri rendendo contemporaneamente inabitabili i territori retrostanti. Ad esempio per distruggere e rendere inabitabile la costa californiana da Los Angeles a San Francisco, prima che lo faccia l’atteso Big One.
Nasce così il progetto sovietico Poseidon, poi abbandonato e oggi rinato col nome di Status-6 / Kanyon.
Con le tecnologie di oggi, realizzare un drone sottomarino autonomo è quasi “facile”, certo più semplice rispetto al Burevestnik, e testate all’idrogeno fino a 60 megatoni si stanno impolverando da decenni nei magazzini delle due superpotenze.
Oggi, in una situazione in cui gli ICBM sono ancora pronti al lancio da ambedue le parti, ma le difese antimissile della Russia non sono all’altezza di quelle degli Stati Uniti, l’interesse di disporre di queste armi “imparabili” diventa, almeno per Vladimir Putin, pura logica. E pura logica è anche quella di pubblicizzare il possesso di queste armi ai quattro venti, fino al punto di millantare successi, che ahimè sono in buona parte effettivi.
Oggi chi, come Cassandra, riteneva il terrorismo una semplice “seccatura” rispetto alla terza guerra mondiale, ed era ben contento che un conflitto termonucleare globale fosse ormai impossibile, si trova a vivere in una situazione geopoliticonucleare che, grazie a nuove armi tipo SLAM e Poseidon, potrebbe divenire nuovamente destabilizzata e pericolosa come quella del Dottor Stranamore, di A prova di errore o di Stato di allarme.