E’ pronto a volare di nuovo a fine marzo 2020 il razzo Vega, il lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) costruito in Italia dalla Avio. Lo ha detto a Milano l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo, mentre il Museo nazionale della scienza e della tecnica “Leonardo da Vinci” si preparava ad accogliere il lanciatore, nella cerimonia organizzata in collaborazione con Esa, Agenzia spaziale italiana (Asi), Avio e Regione Lombardia.
La data del lancio di Vega, ha detto ancora Ranzo, stata definita una volta appurate le cause che nel luglio scorso avevano portato al fallimento del lancio. “Tutte le attivita’ di indagine si sono concluse – ha aggiunto – e cosi’ le attivita’ correttive. Dalla metà dello scorso settembre si e’ iniziato ad applicarle. Le componenti che verranno impiegate nel prossimo volo sono state prodotte e in fase di assemblaggio”. Il piano, ha proseguito, e’ di “farle trasportare a inizio anno in modo da volare per la fine del mese di marzo”.
Nel frattempo il modello in scala 1:1 del lanciatore della prima missione di Vega (VV0) svetta maestoso, con i suoi 30 metri di altezza e i 3 di diametro, in un’anteprima con uno spettacolo di luci e suoni, mentre dal 9 novembre è visibile al pubblico del museo.
“Abbiamo iniziato a pensare a questa operazione gia’ dal febbraio 2012, anno del suo volo inaugurale, perche’ lo spazio e’ uno degli elementi fondamentali per il nostro museo”, ha detto il direttore del museo, Fiorenzo Galli, che ha anche annunciato l’apertura entro ottobre 2020 di un nuovo laboratorio immersivo dedicato allo spazio nella struttura museale milanese.
E’ molto soddisfatto di ‘finire in un museo’ Stefano Bianchi, responsabile per lo sviluppo dei sistemi di trasporto spaziale dell’Esa. “Con questo modello del suo primo lancio al Museo della scienza e della tecnica Vega entra a pieno titolo nella storia dei successi della scienza e della tecnologia italiana ed europea. La tradizione dello spazio nel nostro Paese c’e’ fin dagli anni ’60”, ha detto, ricordando come il progetto di Vega sia stata “un’idea lungimirante perche’ poi il mercato si e’ orientato verso i piccoli satelliti scientifici che lavorano in orbita bassa”.
Il lanciatore Vega e’ oggi “uno dei leader del mercato e tutte le nazioni oggi lo usano. Si prevede per i prossimi anni – prosegue Bianchi – che saranno lanciati migliaia di piccoli satelliti”. E, come ha aggiunto Enrico Russo, direttore tecnico dell’Asi, “Vega e’ il fiore all’occhiello dell’industria spaziale italiana. Solo nel nostro Paese si riescono a costruire infatti stadi di propulsione di vettori in fibra di carbonio, dando una struttura leggera allo stadio che contiene il propellente. E anche il suo software di volo e’ interamente italiano”.