Sono passati tre mesi dalla recensione di Google Pixel 9 Pro XL, uno smartphone che si è dimostrato essere un vero punto di svolta della serie tra il miglior display su smartphone osservato, assieme a quello di iPhone 16 Pro, un nuovissimo e performante modem del Tensor G4 ed infine un design stravolto ed ottimizzato.
Non solo perché i Google Pixel restano una garanzia grazie all’ottimo software, pulito ma allo stesso tempo ricco di funzionalità ed intelligenza artificiale, una delle migliori esperienze fotografiche ed infine abbiamo anche una ottima autonomia, su questa ultima generazione, e dei microfoni eccezionali.
Al netto di tutto ciò, alle precedenti generazioni di Google Pixel mancava una cosa: uno smartphone di mezzo tra la versione “Pro” e quella “Standard”. Il “Pro” a tutti gli effetti era una versione Max con display enorme, mentre la versione “Standard”, quella base, aveva sì dimensioni più contenute, ma era molto più limitata lato specifiche tecniche e funzioni software.
Insomma, facendo un confronto con gli iPhone, c’era il base, il pro max ma non c’era un pro standard. Fortunatamente Google è corsa ai ripari e in questa ultima generazione ha lanciato sia il “Pro XL” che il “Pro” standard, il quale non ha praticamente rinunce rispetto alla versione pro.
Potrà sembrare banale ma l’assenza di questa versione intermedia, potentissima e senza compromessi ma anche molto più comoda ed usabile, è ciò che non mi faceva tenere un Google Pixel come unico smartphone principale, non riusciva a sostituirmi l’iPhone in versione Pro. Quanto appena descritto è anche uno dei motivi per il quale non ho mai tenuto Galaxy S23 e Galaxy S24 come unico smartphone principale: troppe differenze rispetto le versioni “Ultra” e l’iPhone in versione Pro.
Se, tra l’altro, su iPhone c’è una enorme differenza di autonomia tra il Pro ed il Pro Max, considerando gli oltre 1000mAh fra le due versioni, su Pixel 9 Pro e Pixel 9 Pro XL abbiamo soltanto 300mAh circa di discrepanza. A conti fatti, considerato il display più piccolo, la versione Pro ha addirittura una autonomia migliore del modello XL in alcune circostanze.
Una versione PRO, non enorme, senza limitazioni, con una super batteria..dove si firma? Dopo aver provato Pixel 9 e Pixel 9 Pro XL ho quindi deciso di abbandonare quei due modelli per questa versione PRO, uscita poco più tardi in commercio, e me ne sono innamorato. Vi racconto il perché all’interno di questa “riprova” dopo tre mesi dall’uscita.
INDICE
PARTIAMO DAL PREZZO..TRE MESI DOPO
I Google Pixel in versione Pro, un po’ come gli iPhone, tengono bene il prezzo durante i primi mesi. Google Pixel 9 Pro ha subito una prima scontistica proprio in questi giorni, giusto grazie al Black Friday: 999€ per la versione 256GB, quella consigliabile un po’ a tutti. Google Pixel 9 Pro e Pro XL arrivano infatti anche in versione 128GB, come quello che sto testando io, ma non vi consiglierei mai l’acquisto di tale variabile.
Nel mio caso basta installare le mie solite applicazioni e scattare un po’ di foto e video per trovarmi con il 70% della memoria già satura. Ok c’è il Cloud ma è una spesa in più e tanto vale a quel punto prendere la versione 256GB, quando è in offerta. Nel giro di un anno vi sarete ripagati il costo che avreste affrontato con l’abbonamento al Cloud, ma avendo una memoria in più ampia e soprattutto più veloce (la 256GB ha memorie poco più rapide in lettura e scrittura).
Possiamo sicuramente prospettare futuri cali ancor più interessanti ma, considerando il listino di 1199€ per la versione 256GB, tutto sommato 200€ di sconto è già un ottimo inizio. La spesa però è indubbiamente alta, considerando anche l’uscita di tutti i nuovi top di gamma 2025. Abbiamo assistito ad esempio al lancio di Oppo Find X8 Pro a 1199€ con bundle da circa 200€ in offerta lancio, per un prezzo molto simile quindi a questo Google Pixel. Perché acquistare allora un Pixel, e perché no? Cerchiamo di capirlo assieme in questa ri-prova.
DESIGN E QUALITÀ COSTRUTTIVA
Google Pixel 9 Pro è tutto ciò che abbiamo già osservato nella recensione di Google Pixel 9 Pro XL, ma in formato ridotto. Resta il frame in alluminio lucido-cromato e la back cover in vetro opaco. Il camera bar è sconnesso dal frame ed è in metallo opaco frontalmente e lucido-cromato lateralmente. Amo il design di questi nuovi Pixel, pulito come quello di un iPhone ma con una personalità totalmente diversa.
Il dispositivo ha le stesse esatte dimensioni e peso del Pixel 9, con quindi 20g in meno sulla bilancia di Pixel 9 Pro XL. Potrà sembrare poco ma ciò significa che con la cover questo smartphone ha comunque un peso gradevole, dove il 9 Pro XL si avvicina a quei temibili 240g.
E non a caso vi ho citato la cover, dal momento che reputo quella dei Pixel 9 eccellente. Io non sono un grande utilizzatore di protezioni su smartphone ma sui Pixel 9 le utilizzo sempre e con gran piacere. Non solo non tolgono nulla all’esperienza, offrendo protezione, ma aggiungono anche qualcosa.
Le cover appiattiscono lo spessore del camera bar, sono realizzate in un silicone morbido e piacevolissimo al tatto, restituiscono un eccellente grip e non peggiorano il design! Costano tanto, è vero, ma valgono ogni euro speso. Considerate le stesse dimensioni di Pixel 9 e la stessa disposizione sul frame delle varie componenti le cover, fra questi due modelli, sono intercambiabili.
FOTO E VIDEO MIGLIORATI
Potrei riassumere questo capitolo molto in breve: il comparto fotografico è lo stesso di quello già descritto nella recensione di Google Pixel 9 Pro XL. Dopo però tre mesi di utilizzo vorrei approfondire meglio queste tre fotocamere principali a disposizione. Sì, in questi tre mesi non ho scattato neanche un selfie, forse qualcuno mandato su WhatsApp o Instagramm con qualche filtro sciocco, che però non ho neanche salvato in galleria. Se siete interessati a quelli vi conviene recuperare la recensione citata poco sopra.
Il mio smartphone principale deve permettermi di coprire gli eventi di viaggio con foto e video di altissima qualità ma non solo, l’esperienza di scatto e registrazione video deve essere ottimale. Un eccellente hardware senza un ottimo software non è nulla, anzi, probabilmente preferirei un eccellente software con un adeguato hardware al seguito.
iPhone, se ci pensiamo, ha fatto la sua fortuna non con un hardware di primo livello, ma con un software facile da utilizzare sia da newbie che professionisti e di ottimo livello. Google segue quei dettami, considerando che abbiamo ormai la stessa fotocamera principale da tre generazioni e soltanto la ultragrandangolare ed il teleobiettivo si sono leggermente evoluti, ma con passi microscopici.
Eppure ogni anno le foto dei Pixel sono migliori, più di impatto, apprezzabili da tutti, grazie ad un software, la Google Camera, che migliora giorno dopo giorno. Non solo perché chi scatta come me in RAW con i Google Pixel ha la possibilità di sfruttare il profilo colore “Google Pixel” e “Google Pixel Monochrom”, una rarità che permette di rendere le foto uniche e super riconoscibili, nonché molto malleabili.
Le foto che state osservando sono per l’appunto tutte in RAW o perlomeno, erano in RAW e voi state visualizzando i JPEG elaborati grazie a Lightroom. Si parla spesso dell’intelligenza artificiale ma è soltanto all’interno di programmi come questi, pagando e non poco, che si riesce davvero a toccare con mano. Basta ormai un click per riuscire ad ottimizzare il cielo, cambiare le sue tonalità o sostituire un oggetto/soggetto con un altro.
L’intelligenza artificiale, quella nascosta dietro a due semplici tap, rende l’editing delle nostre foto semplici anche per un pubblico newbie. Se però non avete voglia di fare tutto ciò, pagare un abbonamento annuale per ottimizzare le vostre foto e via dicendo, sappiate che il Pixel è uno dei migliori se non il migliore smartphone per il “Punta, scatta e condividi”. L’HDR è sicuramente esagerato, a volte stucchevole, ma renderà le vostre foto di impatto e pronte all’effetto “wow” sui social, con comunque tonalità della pelle ed un bilanciamento del bianco sempre corretti. (Trovate un BOX a fine capitolo con tutte le foto JPEG “originali”)
Non vi ho parlato di sensori e lenti nel dettaglio, perché quello l’ho già fatto all’interno della recensione originale di Pixel 9 Pro XL, ma faccio qualche ulteriore considerazione per arricchire il tutto: sento la mancanza, qui come su iPhone, di uno zoom 3X intermedio? Assolutamente sì! Seppur la 5X di Google Pixel sia infinitamente migliore di quella dell’iPhone, sia come sensori che come lenti, la qualità è comunque inferiore rispetto a ciò che offrono i cinesi con dei sensori ormai alla pari delle fotocamere principali e con lenti APO o flottanti per una resa eccellente ed una messa a fuoco macro.
Se il trend è quello di mantenere soltanto tre fotocamere, con questo buco enorme dalla 1X alla 5X, che si punti almeno ad un hardware da primato, sensori come il LYT-900 e l’Isocell HP9, molte generazioni avanti all’Isocell GNK e Sony IMX858 utilizzate sul Pixel 9 Pro e Pro XL. La fotocamera ultrawide per dirvi è migliorata molto lato lenti ma come sensore è leggermente peggiorata, anche qui senza arrivare quindi al vertice dell’hardware a disposizione.
E voi mi direte: “Va bene ma tanto se già i risultati sono spesso da primo posto, o comunque da podio, che senso ha volere di più?”, che per carità, può aver senso, ma da Google e dai Pixel vorrei e mi aspetterei sempre il meglio del meglio. Da anni diciamo come una fotocamera mirrorless prodotta da Google e con “il suo software fotografico” annienterebbe la concorrenza (non professionale), ecco un futuro Pixel 10 Pro con sensore da 1″, lenti flottanti e un teleobiettivo con un super sensore sarebbe già vicino a quel concetto.
Anche perché i miracoli fotografici del software, purtroppo, in video svaniscono. Nei video ciò che più conta è l’hardware e se in questo caso è di medio livello, ed il software non è neanche dei migliori, ecco che otteniamo una soluzione buona, quasi ottima, ma non eccellente. In realtà un mezzo miracolo software Google è riuscita ad inventarselo, il Video Boost, ma non è tutto oro quel che luccica.. ora ve lo spiego….
Il Video Boost è stata una delle funzioni più deludenti che io abbia provato nel 2024. Ho provato a registrare la recesione del Google Pixel 9, quello base, tutta dal Google Pixel 9 Pro XL in Video Boost ed il risultato è stato deludente.. e non per la qualità! Ma facciamo un passo indietro per capire cosa è questo “Video Boost”, nel caso qualcuno non lo conosca:
- Attivando il Video Boost possiamo registrare dei video in 4K o 8K (che poi vengono comunque scalati, non si possono registrare video 8K senza questa funzione perché l’hardware non lo supporterebbe). Anche la ultrawide non è supportata in questa modalità, neanche in FHD.
- Una volta registrando un video con il “Video Boost”, abbiamo una copia in galleria “proxy”, di bassa qualità, in attesa che quella originale venga mandata al cloud di Google.
- Il cloud è quello di Google Foto, quindi dopo una manciata di clip Video Boost in 4K dovrete comprare un piano mensile che vi richiederà una manciata di euro al mese. Le clip si caricano in automatico in questo cloud, se abbiamo connessione disponibile.
- Una volta caricata la clip (e ogni tanto il caricamento va in loop, costringendovi a buttare il video registrato) dovrete attendere ore, tante o poche in base alla durata, per far sì che il cloud elabori il nostro video.
- Una volta elaborato il video esso sarà pronto per essere scaricato e visualizzato sul nostro smartphone. Il video a conti fatti sarà eccellente, super pompato ed ottimizzato con miglior stabilizzazione, colori, zero rumore e zero sfocato.
- Se questa clip volete condividerla “a massima qualità”, ovvero quella Video Boost originale, dovete connettervi però tramite browser al vostro Google Foto e scaricare la clip da lì. Provando a trasferirla direttamente dal telefono al computer non c’è stato modo di farlo. Assurdo.
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La recensione di Google Pixel 9 girata da Google Pixel 9 Pro in Video Boost.
Da questi sei lunghissimi passaggi avrete già capito che il Video Boost è fumo per gli occhi, una funzione mal pensata e che vi porterà solo a spendere ulteriori soldi per il cloud. Inoltre, dopo tutto questo procedimento, la condivisione del file finale è un vero puzzle da risolvere, nel caso ad esempio vogliate esportare quelle clip su Premiere Pro per un montaggio video.
Tutto ciò quando poi un iPhone ti permette di ottenere risultati migliori con l’Apple LOG in HEVC (tramite app terze) o ProRES, tutto dal telefono e senza necessità di cloud. Ma anche registrando una clip con l’app stock noterete come l’iPhone ha meno rumore e più dettaglio (e tonalità di colori sui bianchi meno tendenti al blu), questo grazie all’hardware nettamente più potente.
Per avere quasi gli stessi risulutati Google deve abbandonare il Tensor G4 e far fede al suo Cloud mentre i competitor ignorano il cloud e fanno fede all’A18 Pro, Dimensity 9400 o Snapdragon 8 Elite, senza mille giri di parole e software.
Potrò sembrare molto critico, vero, ma è soltanto perché è dal Pixel 6 che sostengo questo progetto e credo in cosa Google sta confezionando, tanto da arrivare nel giro di tre anni a competere per davvero con il dominio di Apple. Ora però che il software è affinato serve anche un hardware allo stesso livello degli Apple Silicon, per colmare quel gap, ed offrici anche dei video di qualità eccellente alla pari della controparte, senza magheggi come il Video Boost poco intuitivi ed utili.
DISPLAY, FINGERPRINT E FACE UNLOCK
I display dei Pixel 9, dal base al Pro XL, si confermano i migliori della ormai passata generazione e con molta probabilità tra i migliori della prossima. I Google Pixel 9 e gli iPhone 16 infatti hanno dei display Samsung M14 (Apple ne sfrutta anche di manifattura LG ad onor del vero), il top del top disponibile al momento. Galaxy S24 Ultra, il dispositivo di punta di Samsung, monta un M13. Questo passo avanti comporta una luminosità di picco raggiungibile molto più elevata ed una durata del pannello migliorata.
Google Pixel 9 Pro, con il suo pannello AMOLED LTPO da da 6.3″, raggiunge difatti ben 2300 Nit e oltre di luminosità, dove iPhone 16 Pro di media si ferma a 2000 e i competitor cinesi difficilmente superano i 1600 nit. Il display è la componente che più sfruttiamo quando si parla di uno smartphone ed averne uno di eccellente qualità e luminosità fa tutta la differenza del mondo. Poter godere di questo display con finalmente un vetro completamente piatto e bordi simmetrici è la ciliegina sulla torta.
Molto bene anche il sensore di impronte ultrasonico, decisamente migliorato in affidabilità e rapidità, come anche lo sblocco con il volto che seppur sia 2D grazie al software di Google è “certificato” così da essere sfruttato ad esempio per i pagamenti bancari.
Non sto qui a parlare di risoluzione e certificazioni, dal momento che ormai le saprete a memoria, ma voglio soffermarmi su un aspetto software che incide sul display e lo penalizza di molto. Google sta sviluppando la migliore intelligenza artificiale al mondo ma ancora non riesce a far girare le applicazioni, in orizzontale, a schermo intero.
Questo significa che il vostro fantastico display quando guarderete Prime Video, ad esempio, sarà mozzato con un effetto davvero “cheap”, scadente, che ormai anche i cinesoni da 100€ sono riusciti a superare. Avere l’IA e 7 anni di aggiornamento è sicuramente piacevole, ma sarebbe anche ora di sistemare queste mancanze e bug che ci portiamo avanti da anni, che ne dici Google?
SOFTWARE, IA ED AGGIORNAMENTI
Continuiamo a parlare del software, dopo quella sbavatura nella gestione del display appena raccontata, perché dopo qualche mese è arrivato finalmente Android 15. Cosa è cambiato? Essenzialmente nulla, se non ci fosse stato scritto non me ne sarei accorto. Ora potete archiviare le app, anziché disinstallarle, c’è un uso più semplice delle passkey e nella schermata di sblocco abbiamo un controllo più fine della nostra casa smart. Ah sì c’è anche una protezione ulteriore dal furto dello smartphone ed il “Private Space”, una funzione simile agli spazi privati/secondari di Samsung o Xiaomi. Cosa manca all’appello? Una nuova app meteo.
Insomma in questi mesi non è cambiato molto, Android 15 ha portato quasi le stesse feature di un Pixel Drop che arriva ogni circa tre mesi. Ma tutto sommato i Pixel hanno un ottimo software quindi meglio procedere piano e non integrare troppe funzioni, spesso inutili, e appesantire lo smartphone. Certo che in uno sviluppo che va così a rilento si potrebbe porre attenzione a sistemare cose come la gestione full screen raccontata in precedenza.
Per quanto riguarda l’IA non ci sono stati grandi passi avanti e l’unica novità è Gemini Live, un modo di interagire con Gemini differente e tramite voce, nulla più nulla meno.
SCHEDA TECNICA
- display: OLED 6,3″ Actua Display LTPO 1280×2856, 20:9, 495ppi, refresh rate 1-120Hz, 3.000nit picco, HDR, contrasto >2.000.000:1, Corning Gorilla Victus 2
- materiale scocca posteriore: Corning Gorilla Glass Victus 2 opaco con frame in metallo lucido
- processore: Google Tensor G4 con co-processore di sicurezza Titan M2
- memoria:
- 16GB di RAM
- 128GB/256GB/512GB/1TB interna
- sicurezza: Google VPN gratis
- resistenza: IP68
- OS: Android 14 (al lancio), 7 anni di aggiornamenti OS, patch di sicurezza, Pixel Drop
- autenticazione: sensore impronte digitali, sblocco facciale
- altro: Emergency SOS, Crisis Alert, Car Crash Detection, Safety Check, avvisi terremoto Android
- audio: speaker stereo, 3x microfoni, soppressione del rumore, audio spaziale
- dual SIM: sì, nano SIM + eSIM
- connettività: 5G Sub6GHz, WiFi 7, Bluetooth 5.3 a doppia antenna, NFC, chip Ultra-Wideband, USB-C 3.2, GPS
- fotocamere:
- anteriore: 42MP Dual PD, AF, f/2,2, FOV 103°
- posteriori:
- 50MP principale, Octa PD, f/1,68, FOV 82°, sensore 1/1,31″, OIS+EIS
- 48MP ultra grandangolare, Quad PD, Macro Focus, AF, f/1,7, FOV 123°, sensore 1/2,55″
- 48MP tele, Quad PD, f/2,8, FOV 22°, zoom ottico 5x, Super Res Zoom fino 30x, sensore 1/2,55″, OIS+EIS
- zoom 0,5x, 1x, 2x, 5x, 10x
- LDAF multi-zona, sensore di spettro e sfarfallio
- video fino 8K a 30fps (Video Boost)
- batteria: 4.700mAh, ricarica rapida 27W con cavo, 21W wireless – fino 55% in 30 minuti, autonomia >24h, fino a 100 ore con Extreme Battery Saver, ricarica rapida wireless Qi, Battery Share
- dimensioni e peso: 152,8x72x8,5mm per 199g
- colori: Obsidian, Porcelain, Hazel, Rose Quartz
Google Pixel 9 Pro
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ESPERIENZA D’USO E BATTERIA
Per quanto riguarda le prestazioni e la batteria, tagliando corto anche qui, potremmo dire che Google Pixel 9 Pro ha le stesse prestazioni e la stessa autonomia di Google Pixel 9 Pro XL. Entrambi i telefoni hanno il Tensor G4 mentre per la batteria differiscono di 360mAh nel preciso. Se consideriamo il display decisamente più piccolo di questa versione, rispetto alla XL, è abbastanza prevedibile che l’autonomia sia sovrapponibile.
La ricarica è poco più rapida, grazie alla capacità inferiore, e quindi a conti fatti ho preferito questa variante compatta rispetto alla XL. Questo aspetto, che per molti rischia di passare inosservato, è fondamentale. iPhone 16 Pro nelle stesse dimensioni di Pixel 9 Pro ha praticamente 1000mAh in meno. Con il Pixel ho praticamente sempre la certezza di arrivare a sera, proprio come un classico top di gamma batteryphone, mentre con l’iPhone spesso ho bisogno di quel 20-30% di ricarica extra.
Per quanto riguarda le prestazioni, nel quotidiano, il non potentissimo Tensor G4 va più che bene. Sottolineo il “non potentissimo”, come anche le memorie UFS 3.1 non sono velocissime, perché quando ad esempio esportiamo una foto su Lightroom, e magari nel mentre state guardando una live su Twitch, rischierete di aspettare anche 30 secondi per il l’export. Un Oppo Find X8 Pro con Dimensity 9400 o Realme GT 7 Pro con Snapdragon 8 Elite a confronto ci mettono 5-10 secondi. Su una foto la differenza non è impattante ma se vi ritrovate ad esportare 50-200 foto c’è un abisso fra il Tensor e le soluzioni top di Mediatek e Qualcomm.
Che utilizzo fate però dello smartphone? Se non usate app pesanti come Lightroom o CapCut quotidianamente, per lavoro, o magari non videogiocate tutto il giorno a titoli 3D come Honkai Star Rail o Genshin Impact, il Pixel è sovrapponibile agli altri top di gamma.
Alternando giornate stress e blande tutto sommato mi sono trovato bene e rispetto al passato le temperature del SoC e della batteria sono tenute decisamente a bada! Considerate che lo smartphone è anche più piccolo della media, eppure le temperature che starete vedendo negli screenshot sono più che nella media.
RICEZIONE E CONNETTIVITA’
Il Google Tensor G4, grazie al suo nuovo modem Exynos 5400 ha una ottima connettività e stabilità (sì, il Tensor G4 è prodotto da Samsung e quindi sfrutta i loro modem). Il passaggio da Exynos 5300 ad Exynos 5400 è forse il cambiamento che più di tutti ha migliorato questa nuova generazione di Pixel. Le precedenti generazioni sotto rete dati spesso scaldavano in modo anomalo, consumavano troppa batteria e tutto sommato non avevano una ottima ricezione.
Tutto ciò svanisce su Pixel 9 Pro che invece ha una ottima ricezione, zero drain batteria anomali e non scalda particolarmente. Insomma se la potenza non è quasi per nulla incrementata, dal Tensor G3, la stabilità è migliorata e non di poco. Benissimo come sempre i microfoni, praticamente eccellenti. Bene anche il WiFi 7 (non limitato come su iPhone) ed il bluetooth 5.3 a doppia antenna.
CONCLUSIONE E CONSIDERAZIONI
Di prezzi ne abbiamo ampiamente parlato in fase iniziale e a 999€ parliamo di un telefono che ha assolutamente senso ed è consigliabile all’interno della sua nicchia, ovviamente in versione 256GB, quella da comprare. Google Pixel 9 Pro è un telefono che continuerei ad usare con piacere, come principale, per molti altri mesi, grazie al suo ottimo equilibrio e grazie al fatto che di compatti così non ce ne sono più.
Le alternative in realtà ci sarebbero, come il Vivo X200 Pro Mini, ma non arriveranno in Europa. S24 ed il futuro S25 purtroppo non parlano la lingua dei veri top di gamma, essendo sempre un po’ castrati per non far concorrenza agli ultra e quindi l’unica vera concorrenza e alternativa di questo Pixel resta l’iPhone.
Google è riuscita nell’impresa di colmare una gran parte di gap che aveva da Apple. Due o tre generazioni fa nessuno avrebbe scommesso su dei Pixel così sgargianti e competitivi, tanto da convincere molte persone ad abbandonare iPhone. Io utilizzo entrambi gli smartphone, e trovo pro e contro totalmente differenti, ma di questo ne parleremo a giorni in una sorta di “versus”. In attesa di ciò però e dei nuovi top di gamma Android, tutti da scoprire, nella mia tasca rimane questo fantastico Pixel 9 Pro.
Mi sto davvero divertendo ad utilizzarlo, a poter avere un top di gamma compatto con una super batteria e senza dove rinunciare a nulla. Se venissero corrette quelle due sbavature software e venisse integrata una quarta fotocamera zoom nel camera bar, una bella 3X, ci troveremmo probabilmente davanti allo smartphone perfetto. Ah, sì, anche una ricarica più veloce non guasterebbe.
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(aggiornamento del 03 dicembre 2024, ore 07:02)