Abbiamo passato una settimana in compagnia del nuovissimo Google Pixel 9 Pro XL e di Google Pixel 9, testando i due smartphone soprattutto in esterna per capire al meglio quanto facessero la differenza i nuovi display super luminosi, le nuove funzioni IA per le foto ma soprattutto il nuovo modem del Tensor G4.
Oggi iniziamo ad approfondire il Google Pixel 9 Pro XL, il successore diretto di Pixel 8 Pro, ma aspettatevi tra circa un mese anche la recensione a lungo termine di Pixel 9 Pro, la versione compatta top di gamma resa disponibile a partire da questa nona generazione. Google ha infatti deciso di seguire la strada che Apple ha intrapreso da qualche anno: smartphone base e due modelli pro che differiscono principalmente per le dimensioni.
In attesa dei Google Pixel 10, che dovrebbero essere una vera e propria rivoluzione, scopriamo come il Pixel 9 Pro XL va a migliorare il tanto apprezzato Pixel 8 Pro. Il focus anche quest’anno è quasi tutto sul software, con alcune funzioni ancora non disponibili in italiano, ma a sorpresa abbiamo trovato alcuni upgrade hardware non scontati. Pixel 9 Pro XL è finalmente un top di gamma maturo e consigliabile pressoché a chiunque sia interessato a questa tipologia di smartphone.
Il prezzo è alto, soprattutto se pensiamo che la configurazione di base è ancora la 128GB, fortunatamente in accoppiata comunque a 16GB di RAM. Parliamo di 1199€ ma occhio perché nei primi giorni di vendita allo stesso prezzo si può acquistare la versione 256GB. C’è anche da citare una supervalutazione dell’usato, che però rimane sempre una formula di risparmio situazionale e non applicabile in generale. Scopriamo se un listino così alto viene ben giustificato, lato hardware e software, da un deciso passo in avanti.
INDICE
DESIGN E QUALITÀ COSTRUTTIVA
Il primo cambiamento netto è quello riguardante il design dello smartphone. Il Pixel 9 Pro XL è più squadrato di Pixel 8 Pro e rinuncia alla camera bar stondata ai lati, collegata al frame laterale, per una più tradizionale e meno tendente ai graffi. Già, seppur i materiali utilizzati per la realizzazione di Pixel 9 Pro XL siano sempre vetro, Gorilla Glass Victus 2, e alluminio, la qualità di essi è decisamente migliorata. L’alluminio lucido del frame è simile a quello delle precedente generazione, alla vista, ma al tatto risulta decisamente più solido e resistente a graffi e cadute.
Questa sensazione si tramuta in realtà quando dopo una settimana non abbiamo notato i minimi micrograffi, al contrario di quanto accaduto con Pixel 8 Pro. Il vero passo avanti però è la camera bar che guadagna un alluminio opaco, fondamentale per non farla divenire completamente micrograffiata dopo qualche ora di utilizzo, come ci è accaduto con ben tre modelli e colorazioni di Pixel 8 Pro.
Pensiamo ancora che un frame opaco, come il vetro posteriore e ora la camera bar, sia ancora la miglior scelta, ma tutto sommato questa scelta estetica va leggermente a favorire il grip, la presa che abbiamo sul frame dello smartphone, di per sé abbastanza scarsa. Potrebbe capitare qualche volta che il Pixel 9 Pro XL senza cover ufficiale ci scivoli dalle mani.
Fortunatamente le cover offerte da Google sono eccezionali e anche quest’anno abbiamo avuto la fortuna di provarle sia sul modello Pro XL che sul base. Costano tanto, anzi tantissimo, 40€ per un accessorio protettivo, ma fidatevi che parliamo di cover che compri una volta e durano all’infinito, proteggono bene il device dagli urti, non rovinano il design dello smartphone ma possono addirittura migliorarlo ed infine migliorano anche il grip, deficitario su questa variante più grossa. Certo che fanno aumentare il peso, già fisso a 221g senza cover e SIM inserita.
LE FOTOCAMERE CONTINUANO A MIGLIORARE
Sì, le foto di Google Pixel 9 Pro XL sono migliori di quelle ottenute da Google Pixel 8 Pro, ma non aspettatevi una rivoluzione. La fotocamera principale è pressoché invariata, il teleobiettivo periscopico 5X, da 120mm, è leggermente migliorato ed infine la ultrawide è stata completamente stravolta. Occhio anche alla selfie camera perché anch’essa è cambiata e decisamente in meglio per quanto riguarda la gestione del rumore e nella cattura dei dettagli, senza eccedere in HDR eccessivi.
Se avete un Google Pixel 7/pro o Google Pixel 8/pro non aspettatevi una differenza tale da essere definita una rivoluzione. In questi giorni di test in giro per Roma ho avuto modo di confrontare sporadicamente alcuni risultati fotografici con un Pixel 7, 8 e 6 Pro di svariati amici e difficilmente hanno trovato differenze nette da invogliarli a cambiare smartphone soltanto per lo scatto nudo e crudo delle fotografie. Questa ormai è una cosa comune e avviene anche con iPhone, Samsung e spesso anche con brand cinesi. Ne abbiamo parlato proprio all’interno di un approfondimento dove con un Google Pixel 1 del 2016 abbiamo scattato foto paragonabili a quelle di un top di gamma.
Fatta questa precisazione va detto che scattare con un Google Pixel è sempre piacevole e gli scatti sono spesso da primo posto sul podio per quanto riguarda il punta e scatta, ma in qualche occasione si sente la mancanza di un hardware migliore. Dai 23mm ai 120mm c’è un buco che andrebbe colmato da uno zoom intermedio 3X, la tele periscopica 5X ha una distanza minima di messa a fuoco che spesso ci costringe a troppi passi indietro rispetto ad un Galaxy S24 Ultra ed iPhone 15 Pro Max, senza citare neanche la 5X di Xiaomi 14 Ultra con lenti flottanti. Qui le macro sono relegate alla ultrawide, lunghezza focale decisamente meno indicata e che si porta dietro più problematiche.
La fotocamera principale è basata sull’Isocell GNK, sensore di dimensioni 1/1.31″, con apertura focale f/1.7 ed OIS. Google non è interessata alla rincorsa al sensore da 1″, come i produttori cinesi, ed i risultati al momento sono dalla sua parte. Anche in notturna i risultati sono ottimi, grazie alla ottima gestione del rumore, e la messa a fuoco è eccellente. Lo stacco naturale dei soggetti è accettabile. Lo staggered HDR è sempre l’aggiunta essenziale, assieme ai RAW a 14bit, rispetto ai precedenti Pixel 6 e 7, poiché il resto escluso l’autofocus non è poi un grande stravolgimento.
Le fotocamere secondarie finalmente sono migliorate: sia il teleobiettivo che la ultrawide che la selfie camera hanno tutti nuovi sensori aggiornati. Nel caso della ultrawide in realtà abbiamo un sensore più piccolo rispetto la passato ma una apertura focale decisamente più ampia, così da compensare e tecnicamente anche migliorare al buio, fattore che abbiamo notificato nei nostri scatti in effetti.
Il tele 5X si nota come effettivamente sia migliorato, soprattutto nelle situazioni complicate come quelle a bassa illuminazioni. Siamo comunque ad un livello inferiore rispetto ad alcuni competitor come Xiaomi o Samsung nei risultati finali (tra qualche giorno esce la riprova di Galaxy S24 Ultra con molte foto 5X, stay tuned!). Ciò che Google dovrebbe migliorare è la distanza di messa a fuoco minima messa a disposizione dalle lenti.
Troppo spesso ci troviamo nella situazione di dover fare svariati passi indietro per mettere a fuoco. Nei video fortunatamente questa lunghezza focale si comporta bene ed è migliorato anche il passaggio da una camera all’altra durante la registrazione. Proprio riguardo i video non posso che lodare la qualità generale. Personalmente ho testato il Video Boost in tre-quattro occasioni ma continuo a sostenere che non sia una funzione immediata, comoda da utilizzare e qualitativamente rivoluzionaria.
Bene, anzi benissimo, i selfie. Il nuovo sensore da 42MP, condito con apertura focale f/2.2 ed autofocus, svolge alla perfezione il proprio lavoro. Proprio come su Pixel 8 questa selfie camera supporta lo sblocco sicuro per effettuare i pagamenti, seppur rimanga un semplice sblocco 2D. In fondo al capitolo trovate tutti i JPEG non elaborati dai RAW.
NUOVA FUNZIONE AI: AddMe
All’interno della Google Camera è comparsa una nuova funzione: AddMe. Immaginate di essere in giro con il vostro fidanzato o fidanzata in vacanza e volete una foto assieme, senza ricorrere ai selfie. Con questa nuova funzione uno di voi scatterà la foto all’altro, per poi intercambiarvi di posizione ed andare a creare una unica foto derivata dai due frame.
Questo è possibile farlo anche con gruppi più ampi di amici. Il risultato è eccellente perché anche con svariati movimenti di camera, persone che si muovono di sfondo e via dicendo, gli artefatti sono pressoché assenti. Non è una funzione essenziale, poiché spesso in viaggio è molto più rapido e qualitativamente migliore chiedere uno scatto ad uno sconosciuto, ma nel caso siamo in zone remote, senza persone che possano aiutarci nell’ottenere uno scatto unico di coppia, rimane una funzione simpatica.
IL DISPLAY LUMINOSISSIMO E I METODI DI SBLOCCO
Google Pixel 9 Pro XL ha il display più luminoso in commercio. Non parliamo di quelle luminosità di picco da puro marketing, come ad esempio i 6000 o 4000 Nit dichiarati da molti brand cinesi, poiché quei picchi si raggiungono soltanto per pochissimi secondi ed in minuscole porzioni di schermo, spesso anche inferiori all’1%.
Pixel 9 Pro raggiunge invece i 2300 Nit nel quotidiano, dove ad oggi lo smartphone che primeggiava era iPhone 15 Pro con 1750 Nit. Per darvi una idea Galaxy S24 Ultra raggiunge i 1400 Nit e un Galaxy S23 della precedente generazione 1200 Nit, quasi la metà. La cosa che però più di tutti mi ha stupido è stata la capacità di Google nel gestire questa luminosità esagerata, riuscendo ad evitare il risparmio energetico.
Il pannello AMOLED chiamato “Super Actua Display” da 6.8″ di questo Pixel 9 Pro XL ha una risoluzione identica a quella della precedente generazione, rimane un pannello LTPO, e proprio come la precedente generazione è un pannello 8bit. Nella riprova di Galaxy S24 Ultra, che uscirà fra qualche giorno, vi racconterò proprio di come spesso in questi mesi di utilizzo il display sia andato in protezione energetica, abbassando drasticamente la luminosità, come accade spesso anche con iPhone 14 Pro e 15 Pro.
Al netto di ciò possiamo quindi solo fare i complimenti a Google, anche perché questo nuovo pannello piatto è coadiuvato anche da un vetro più piatto, ottimale per proteggere al meglio il tutto con dei vetri o pellicole. C’è ovviamente il supporto HDR anche in app terze come Netflix, mentre manca ancora una volta un PWM Dimming elevato per affaticare di meno la vista.
Per sbloccare il Google Pixel 9 Pro XL possiamo sfruttare il citato sblocco con il volto 2D, reso sicuro tramite l’AI e che quindi viene reso disponibile anche per scopi di sicurezza, come la verifica per i pagamenti con i vari Wallet digitali. Non solo perché rimane lo sblocco con il riconoscimento delle impronte digitali, ma adesso il sensore passa ad un ultrasonico più rapido ed affidabile. Il funzionamento è ottimo ed in effetti sembra un bel salto in avanti.
AGGIORNAMENTI E FUNZIONI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Google Pixel 9 Pro XL sulla carta porta svariate novità, per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Dovremmo avere a disposizione Pixel Studio per creare immagini da una semplice richiesta testuale, Pixel Screenshot per avere una raccolta intelligente e funzionale delle nostre schermate catturate ed infine anche Gemini Live, una versione di Gemini con la quale possiamo interagire a voce come una classica conversazione “umana”. Tutto ciò al momento non è disponibile in Italia.
Avremmo potuto forzare l’installazione di tali funzioni tramite APK e sfruttarle in inglese, ma ciò avrebbe avuto poco senso poiché poche persone sono disposte a far ciò, una volta acquistato un Pixel. In attesa di testare queste novità sul lungo periodo, ci siamo concentrati su ciò che era disponibile, ad esempio il nuovo Magic Editor per la galleria fotografica.
Il nuovo Magic Editor si arricchisce prima di tutto di una funzione essenziale e che avevamo richiesto da tempo: la possibilità di richiedere tramite un comando di testo cosa aggiungere o con cosa andare a rimpiazzare un determinato soggetto o sfondo. Mi spiego meglio: tramite il Magic Editor possiamo sfruttare l’IA generativa per sostituire porzioni, soggetti o oggetti di foto.
Nella versione precedente, dei Pixel 8, eravamo in balia della casualità nello scoprire con cosa sarebbe stato sostituito tutto ciò, mentre ora possiamo espressamente richiedere noi cosa andare a generare. Brava Gooogle, seppur tutto ciò è sempre circoscritto ad un previo backup sul cloud di Google. Inizialmente potrà non sembrare una cosa importante, ma dopo svariate foto dovrete pagare per fare un upgrade ed aggiungere spazio, andando quindi a pagare una sorta di quota mensile per continuare a sfruttare queste funzioni.
Ci sono ulteriori funzioni messe a disposizione come lo Zoom Migliorato. Tramite questa nuova feature possiamo andare a migliorare una foto dove magari una scritta o un dettaglio non è particolarmente visibile, o magari andiamo a migliorare una vecchia foto che avevamo in galleria. Insomma si fa una sorta di upscaling che rende più dettagliata la nostra foto. L’effetto se utilizzando quando non necessario rende le foto un po’ acquarellose, quindi non dovrete abusare di questa funzione.
Quasi tutte queste funzioni dovrebbero arrivare anche sulla precedente generazione, senza andare a creare quindi una discriminazione software. Questo modello ha anche il Video Boost, come anche Pixel 8 Pro e Pixel 9 Pro. Possiamo sfruttare quindi un upscaling dal 4K all’8K, avere un tempo più rapido nell’elaborazione dei video, poiché vi ricordo che dobbiamo passare anche qui per un backup sul cloud di Google, ed infine una qualità migliore del file finito. Non è chiaramente una funzione da sfruttare tutti i giorni.
AGGIORNAMENTI ED INTERFACCIA GRAFICA
Google sta incentrando tantissimo l’attenzione sull’Intelligenza Artificiale, considerando che troviamo tutte le funzioni su questo Pixel 9 Pro XL che già abbiamo analizzato un anno fa come i riepiloghi, le sbobinature delle note vocali o la formattazione del testo. I Feature Drop, ovvero gli aggiornamenti che portano svariate novità ogni tre mesi, ora si chiamano Pixel Drop.
Tutti i Pixel 9 supporteranno 7 anni di aggiornamenti come i Pixel 8. Quello che manca è una interfaccia grafica ottimizzata: ad oggi ancora non abbiamo un modo di forzare le app in full screen, andando a sovrascrivere la zona della selfie camera come fanno tutti gli altri smartphone Android. Può sembrarvi una scemenza ma se ad esempio siete su Chrome e volete visualizzare un contenuto in orizzontale, ciò che otterrete è una enorme banda nera nell’area della selfie camera. Inoltre ancora molte app non si integrano con la grafica monocolore del Pixel Launcher, creando uno sgradevole effetto.
SCHEDA TECNICA
- display: OLED 6,8″ Super Actua Display LTPO 1344×2992, 20:9, 486ppi, refresh rate 1-120Hz, 3.000nit picco, contrasto >2.000.000:1, Corning Gorilla Glass Victus 2
- materiale scocca posteriore: Corning Gorilla Glass Victus 2 opaco con frame in metallo lucido
- processore: Google Tensor G4 con co-processore di sicurezza Titan M2
- memoria:
- 16GB di RAM
- 128GB/256GB/512GB/1TB interna
- sicurezza: Google VPN gratis
- resistenza: IP68
- OS: Android 14 (al lancio), 7 anni di aggiornamenti OS, patch di sicurezza, Pixel Drop
- autenticazione: sensore impronta digitale, sblocco facciale
- altro: Emergency SOS, Crisis Alert, Car Crash Detection, Safety Check, avvisi terremoto Android
- audio: speaker stereo, 3x microfoni, soppressione del rumore, audio spaziale
- dual SIM: sì, nanoSIM + eSIM
- connettività: 5G Sub6GHz, WiFi 7, Bluetooth 5.3 a doppia antenna, NFC, chip Ultra-Wideband, USB-C 3.2, GPS
- fotocamere:
- anteriore: 42MP Dual PD, AF, f/2,2, FOV 103°
- posteriori:
- 50MP principale, Octa PD, f/1,68, FOV 82°, sensore 1/1,31″, OIS+EIS
- 48MP ultra grandangolare, Quad PD, Macro Focus, AF, f/1,7, FOV 123°, sensore 1/2,55″
- 48MP tele, Quad PD, f/2,8, FOV 22°, zoom ottico 5x, Super Res Zoom fino 30x, sensore 1/2,55″, OIS+EIS
- zoom 0,5x, 1x, 2x, 5x, 10x
- LDAF multi-zona, sensore di spettro e sfarfallio
- video fino 8K a 30fps (Video Boost)
- batteria: 5.060mAh, ricarica rapida 37W con cavo, 23W wireless, fino a 70% in 30 minuti, autonomia >24h, fino a 100 ore con Extreme Battery Saver, ricarica rapida wireless Qi, Battery Share
- dimensioni e peso: 162,8×76,6×8,5mm per 221g
- colori: Obsidian, Porcelain, Hazel, Rose Quartz
IL NUOVO TENSOR G4 E LA BATTERIA
Google porta su tutti i nuovi Pixel 9 il “suo” nuovo Tensor G4. Parliamo sempre di un SOC prodotto da Samsung, come dimostrano anche le UFS messe a disposizione ed il modem Exynos. La struttura della CPU è stata ottimizzata: sono otto i core a disposizione tra i quali svetta uno X4 decisamente potente. La GPU, il punto debole del Tensor G3, è rimasta la medesima ma con un clock più alto, ovvero la Mali G-715.
Le memorie UFS 3.1 sono disponibili sia nel taglio da 128GB, dal momento che Samsung non ne ha mai prodotte di 4.0 su questo taglio di memoria, ma anche nelle versioni 256GB, 512GB e 1TB messe a disposizione da Google non abbiamo delle memorie più rapide. Le velocità in lettura e scrittura sono pari a 1546MB/s e 264MB/s. La velocità in scrittura è la metà di alcune memorie UFS 2.2 che troviamo su telefoni economici da 200€. La RAM da 16GB è LPDDR5x
Escluso il discorso memorie, che su un top di gamma da 1200€ ed oltre non dovrebbe proprio sussistere, ci siamo trovati molto bene con questo nuovo Tensor G4. Nel quotidiano tutte le applicazioni girano egregiamente, non ci sono mai incertezze o micro lag e seppur abbiamo testato questo Pixel 9 Pro XL per il 90% del tempo in esterna, così da mettere sotto torchio il nuovo modem ed il nuovo display luminosissimo, non abbiamo mai notificato temperature estreme.
In questi giorni a Roma abbiamo toccato anche i 38°C ambientali e la batteria del telefono aveva di media una temperatura di 35°C. Il telefono diventa ogni tanto tiepido o caldo nella zona inferiore alla camera bar, zona termometro, e questo calore si trasferisce leggermente anche sulla porzione di frame circostante. Nulla che dia fastidio al tatto, quindi a conti fatti le temperature non sono un problema. Soltanto con Android Auto ed un uso stress il telefono diventa completamente tiepido, ma come quasi tutti i suoi rivali in questo periodo. Il thermal throttling è meno presente della precedente generazione nel quotidiano.
LA BATTERIA E LA RICARICA “RAPIDA”
Pixel 9 Pro XL integra una batteria da 5060mAh con ricarica a 37W, dove Pixel 9 Pro e Pixel 9 si fermano a 27W. Con il cavo in confezione di vendita e con il nuovo caricatore rapido da 45W, acquistabile separatamente ad un costo di 35€, potremo caricare il 70% della batteria in circa 30 minuti. Nei nostri test in questa settimana itinerante, con altri caricatori non ufficiali, non siamo mai scesi sotto l’ora e trenta per la ricarica completa.
Parlando di autonomia in una giornata sotto WiFi abbiamo raggiunto abbondantemente le 6h30min di display con ancora il 17% di batteria residua e ben 10h di display spento, con temperature batteria medie di 32.7°C nelle 24h. In una giornata più stress sotto 5G, con tantissimo uso passivo, abbiamo toccato le 3h di display attivo e 20h di display spento con una temperatura media batteria di 34°C nelle 24h. Nella giornata più stress di uso attivo abbiamo invece toccato le 4h28min di utilizzo attivo e 7h46min di utilizzo passivo, con 34.5°C di temperatura batteria media ed un utilizzo massiccio di Maps, Chrome, Apple Music, Teams e Fotocamera.
RICEZIONE, MICROFONI E CONNETTIVITA’
Google Pixel 9 Pro XL integra il nuovo modem Exynos 5400, un bel passo avanti rispetto al passato o ciò che avevamo osservato su Samsung Galaxy S24. In questi sette giorni di mobilità non abbiamo mai notato buchi di segnale, anzi, durante una serata passata ad Allumiere, un piccolo comune tra Roma e Viterbo, il Pixel 9 Pro XL rispetto ad alcuni iPhone e Pixel di precedenti generazioni era l’unico ogni tanto in grado di agganciare un flebile segnale. Non parliamo di una rivoluzione, soprattutto il segnale 5G è ancora da migliorare, ma è un netto passo in avanti.
Anche per quanto riguarda i consumi ed i drain di questo modem si può notare come in standby, sotto 4G o 5G, ci sia un comportamento ed un consumo molto più stabile e controllato. I tre microfoni rimangono eccellenti, come potete ascoltare in qualche registrazione audio anche in situazioni critiche come un concerto o musica ad alto volume. Il WiFi 7 ed il Bluetooth 5.3 a doppia antenna, assieme all’UWB e alla type-c 3.2 con uscita video completano un buon pacchetto per quanto riguarda la connettività.
CONCLUSIONI E PREZZI
Pixel 9 Pro XL è un ottimo prodotto, consigliabile pressoché a chiunque cerchi un top di gamma valido, che sia eccellente sotto il profilo del software e delle funzioni extra a disposizione dell’utente, a chi cerca un display sempre perfettamente visibile sotto il sole e a chi vuole uno smartphone che verrà supportato in lungo ed in largo. Finalmente il Tensor G4 ci ha convinto, seppur non sia adatto a chi voglia videogiocare al massimo della qualità, anche grazie ad un nuovo modem che finalmente convince (seppur sia ancor migliorabile).
Il prezzo però è alto, 1199€ di listino per la versione 128GB, anche se attualmente allo stesso prezzo si può acquistare la 256GB, sono tanti. Se avete un Pixel 7 Pro o un Pixel 8 Pro probabilmente non avrete ancora un grande stimolo nel fare questo salto in avanti e magari vi converrà attendere il più rivoluzionario Pixel 10, mentre per tutti gli altri può essere una validissima alternativa.
L’unico vero contro sono le memorie UFS 3.1 abbastanza lente. A questi prezzi non si può avere una velocità in scrittura che spesso risulta la metà di uno smartphone economico. Se lavorate spesso con trasferimenti di file pesanti (foto e video di una mirrorless ad esempio) tramite SSD, la vostra esperienza potrebbe non essere delle migliori. Se invece il vostro utilizzo è incentrato su tutte le svariate funzioni software come il Magic Editor, avrete fra le mani un telefono divertentissimo da utilizzare, ricco di feature e che non ha praticamente difetti, anche contando che per sette anni continuerete a ricevere aggiornamenti e nuove funzionalità.
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VOTO: 8.8
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