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23.04.2020 In HP, Tecnologia, windows

Recensione HP Spectre X360 (2020), uno dei primi portatili Intel Project Athena

In un momento di emergenza sanitaria globale, i notebook continuano ad essere uno strumento essenziale per le persone. Difatti, i produttori non si sono fermati e stanno cominciando a portare sul mercato i prodotti che abbiamo visto presentati di recente durante fiere ed eventi vari. Tra questi troviamo HP che, proprio lo scorso gennaio, in occasione del CES di Las Vegas, ha mostrato per la prima volta il nuovo Spectre X360, aggiornato con piattaforma Intel di decima generazione e con alcuni accorgimenti estetici come cornici più sottili a contornare il display. 

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La versione 2019 di questo notebook era già considerata un ottimo prodotto, un riferimento all’interno della categoria dei 2in1, ma HP si è spinta oltre, lavorando in stretta collaborazione con Intel, per far sì che il modello 2020 rispondesse ai canoni necessari per potersi fregiare del badge “Progettato per prestazioni in mobilità”. 

Si tratta dell’identificativo utilizzato da Intel per segnalare quelli che potremmo definire come un’evoluzione degli Ultrabook pensata per ridefinire i canoni delle soluzioni premium. Notebook ottimizzati in stretta collaborazione tra l’azienda di Santa Clara, i produttori di PC e dei vari componenti per soddisfare standard qualitativi che possano garantire un’esperienza d’uso ottimale in mobilità. Un programma di innovazione noto anche con il nome in codice Project Athena, lanciato lo scorso anno e di cui questo Spectre è solo uno dei primi esemplari in commercio negli store italiani. Entro la fine dell’anno è previsto infatti il lancio di circa 50 altri prodotti rientranti nella stessa categoria. Ma in che modo questo HP Spectre X360 rientra nella categoria e soprattutto come si comporta? Ve lo racconto subito.

SOMMARIO

SOLIDO, BELLO E…PORTATILE

I prodotti che ambiscono a rientrare nella selezione di cui sopra devono seguire alcune linee guida che riguardano sostanzialmente tutti gli aspetti del notebook, a partire dal design e dall’ergonomia. HP Spectre X360 è un 2in1, offre grande flessibilità in tutte le situazioni ed è costruito con una cura che potrei definire maniacale. La scocca è realizzata interamente in materiale metallico – una lega di magnesio e alluminio – e i vari componenti sono assemblati in maniera perfetta. Non ci sono scricchiolii o cedimenti e sin da subito si ha la sensazione di avere tra le mani un notebook che è assolutamente portatile ma anche molto, molto solido.

Ho apprezzato diversi aspetti di questo Spectre X360. Anzitutto il design, ormai diventato iconico e sicuramente pieno di carattere. Le linee sono spigolose, quasi aggressive, senza però sfociare nel pacchiano. Resta una soluzione sobria e con alcune soluzioni ingegneristiche davvero interessanti. Parlo ad esempio della USB Type C e del tastino di accensione posizionati sugli angoli posteriori della scocca, giusto a non voler sprecare nemmeno un millimetro dello spazio a disposizione.

Proprio grazie a questa filosofia, nonostante lo spessore ridotto, questo Spectre X360 offre due USB C con supporto Thunderbolt, jack audio, lettore di schede micro SD e una USB Tipo A dotata di uno sportellino a molla che quando richiuso su se stesso fa’ in modo di mantenere la linearità del design. Quando si dice la cura dei dettagli.

Sul fondo troviamo poi due lunghe strisce di gomma che percorrono la scocca orizzontalmente e offrono un ottimo grip anche su superfici lisce. Queste rendono la soluzione stabile anche quando viene utilizzata sul tavolino di un mezzo in movimento, sia esso un aereo o un treno. Situazioni in cui l’uso è facilitato anche dall’ingombro contenuto dato dal display da 13,3 pollici con cornici ottimizzate su tre lati e dal peso di solo 1.3 Kg. Caratteristiche grazie alle quali anche l’impatto in borsa o nello zaino è ai minimi termini.

Dicevamo quindi della costruzione è solida e così è anche il piano della tastiera, che non flette e che ospita dei keycaps di dimensioni standard, ben spaziati tra di loro e retroilluminati su 3 livelli di intensità. Si tratta di una tastiera con cui si  familiarizza velocemente, bastano davvero poche ore di utilizzo per abituarsi alla sua ergonomia e iniziare a scrivere in maniera rapida e commettendo pochi errori. Cosa mi è piaciuto di più? Il click, netto, preciso, arriva a fondo corsa e si fa sentire senza essere troppo rumoroso.

Molto bene anche il touchpad, di buone dimensioni considerando quelle del notebook in generale. Ha una forma leggermente allungata, le dita scivolano bene e la risposta è precisa anche quando ne usiamo più di una per attivare le gesture. Se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo avrei forse cercato di separare meglio i due tasti destro e sinistro, anche se, almeno personalmente, li utilizzo molto poco.

A fianco del touchpad, sulla destra, troviamo poi il lettore per il riconoscimento delle impronte digitali, sempre molto preciso. Quest’ultimo insieme ai sensori ad infrarossi per il riconoscimento facciale abilitano l’accesso rapido al sistema tramite Windows Hello, bastano pochissimi istanti per essere operativi, altra funzione richiesta per fregiarsi del badge di cui vi ho parlato prima. Sempre in materia sicurezza e privacy non manca uno switch sul lato destro del notebook che permette di oscurare la webcam quando non utilizzata.

DISPLAY TOUCH E PENNINA IN CONFEZIONE

Il display di questo HP Spectre X360 misura 13.3 pollici di diagonale è di tipo IPS e offre una risoluzione di 1920×1080 pixel con una densità che si attesta quindi a 165 ppi, non impressionante ma comunque sufficiente per ottenere immagini nitide in tutte le situazioni. Si tratta poi di un pannello touchscreen che può essere utilizzato con le dita ma anche con la HP Tilt Pen che troviamo  inclusa in confezione.

Parliamo di un pennino attivo che sfrutta i protocolli Microsoft e che si basa sulla tecnologia Elan. Non è precisa e reattiva come le più recenti che ho provato con tecnologia Wacom o ex-Ntrig di Microsoft ma diciamo che compie il suo lavoro senza problemi ed è sempre uno strumento utile per prendere appunti o sottolineare documenti. Ho molto apprezzato la costruzione e la leggerezza, oltre alla presenza di una comoda Type C per la ricarica. Bastano pochi secondi attaccata al PC per avere diverse ore di autonomia.

Ma torniamo al nostro display, prodotto da AU Optronics e caratterizzato da una buona qualità generale. La luminosità massima raggiunge le 300 cd/mq e il contrasto è sufficiente per poter utilizzare il notebook in ambienti molto illuminati in maniera agevole anche grazie ad una buona finitura anti-riflesso. Ovviamente abbiamo effettuato la consueta misurazione tramite colorimetro e software Calman, i cui risultati sono nei grafici qui sotto.

Non è probabilmente un display che viene calibrato in fabbrica ma i risultati non sono male. Abbiamo una copertura dello standard sRGB molto vicina al 100% e dei delta E di 4,8 per la scala di grigi e 3,6 per i colori. Considerato che 3 è il valore oltre il quale si riesce a percepire la differenza rispetto alla tonalità di riferimento si tratta comunque di un errore accettabile in tutti e due i casi. Abbiamo visto sicuramente dei display più precisi ma fruire di contenuti multimediali su questo pannello resta comunque un’esperienza appagante.

HARDWARE E PRESTAZIONI DI BUON LIVELLO

Ed eccoci a parlare della piattaforma su cui si basa questo notebook. All’interno dello Spectre X360 (2020) troviamo un processore Intel Core i5 di decima generazione, per la precisione un 1035G4, dotato di una CPU a 4 core e 8 thread con una frequenza operativa massima di 3,7 GHz. Quest’ultima è affiancata da una scheda grafica Intel Iris Plus Graphics, 8 GB di memoria RAM LPDDR4 e da un SSD PCIe Samsung da 256 GB che offre velocità di lettura e scrittura pari a 3500 e 1550 MB/s. Aprendo la scocca è possibile notare come quest’ultimo sia anche l’unico elemento aggiornabile.

Con questa dotazione hardware, quindi, Spectre X360 risponde ai requisiti minimi necessari per potersi fregiare del badge  “Progettato per prestazioni in mobilità” che, come dice lo stesso slogan, puntano a identificare delle soluzioni che siano in grado di garantire reattività e fluidità in tutti i processi e in ogni situazione. 

Due sono le caratteristiche che ho particolarmente apprezzato per questa piattaforma. La prima è la scalabilità, la seconda e l’integrazione dell’intelligenza artificiale e dell’accelerazione grafica che permettono di migliorare molto le prestazioni con i software ottimizzati per sfruttare queste specifiche.

Ma andiamo con ordine. Ho parlato di scalabilità perchè tra le tecnologie introdotte da Intel con i chipset di decima generazione troviamo il Dynamic Tuning. Di cosa si tratta? Analizzando i dati provenienti da vari sensori il sistema è in grado di stabilire di quanta potenza ha bisogno la CPU e di variare dinamicamente il TDP per potergli fornire il giusto quantitativo di energia in ogni situazione. All’interno dell’HP Command Center è poi anche possibile agire manualmente su queste impostazioni scegliendo uno tra i preset esistenti e, se necessario, forzare l’adozione del profilo che in quel dato momento ci sembra più utile. Si può quindi passare dalla modalità Comfort, in cui PL1 e PL2 (Power Limit) sono impostati a 8.5W, a quella Prestazioni, con cui ci si spinge fino ad un valore PL2 di 51W.

Tutto questo è supportato da un buon sistema di raffreddamento che garantisce una dissipazione efficace e da una adeguata gestione delle frequenze che riduce al minimo il rischio di episodi di lag o crash se dovesse presentarsi episodi di thermal throttling. Segnalo però che le ventole possono essere un pochino rumorose in alcuni contesti. I test che abbiamo svolto con questa piattaforma mostrano prestazioni rassicuranti, che consentiranno alla maggior parte degli utenti di vedere le proprie esigenze sempre soddisfatte. Caricando al massimo CPU e GPU si registra infatti una frequenza media su tutti i core vicina agli 1,5 GHz per la CPU e di 1,0 GHz per la GPU. 

Nelle situazioni in cui non è richiesto l’intervento della componente grafica, poi, si ha un incremento della frequenza della CPU che consente di mantenere i 2,5 GHz su tutti i core per un periodo di tempo molto prolungato. Le temperature si stabilizzano poi intorno ai 95 gradi, a testimonianza di una messa a punto molto spinta e ben ottimizzata. Non vi fate comunque spaventare, all’esterno la scocca non va mai oltre i 40-42 gradi nella parte inferiore e non si superano i 37 nella zona più calda della tastiera.

Come dicevo poco sopra, l’introduzione delle nuove GPU Iris Plus ha permesso di migliorare sensibilmente le performance grafiche che ora si avvicinano molto a quelle delle soluzioni NVIDIA della linea MX. Non siamo ancora al livello delle GPU discrete ma diciamo che ci si può comunque togliere qualche piccola soddisfazione in ambito videoludico. Ovviamente i più recenti tripla A restano un’utopia, ma non siamo certo di fronte ad un prodotto pensato per questo. Titoli  meno dispendiosi come le classiche avventure grafiche e gli sparatutto in terza persona più semplici sono comunque giocabili con un framerate accettabile abbassando dettagli e risoluzione.

 

Photoshop CC 2020
Riempimento contestuale immagine 14100x4425px @ 300ppi (178 MB)

Gigapixel
Upscaling 4x Foto 3000×2000 pixel @300ppi (2,5 MB)

HP Spectre X360
(Core i5 1035G4 / Iris Plus G4 / 8GB RAM)
9,3 sec 1 min e 55 sec
ASUS Zenbook S13 UX392FN
(Core i7 85665U / MX150 / 16GB RAM)
13,4 sec 4 min e 36 sec

Ci sono però altri frangenti in cui si sente la presenza delle nuove GPU. Parlo di alcuni programmi ottimizzati che supportano l’accelerazione grafica e l’intelligenza artificiale. Con questi software abbiamo migliorie importanti a livello di prestazioni, e operazioni come l’ingrandimento di immagini o il riempimento contestuale con Photoshop vengono portate a termine in un tempo notevolmente inferiore rispetto alle piattaforme di precedente generazione, che non possono godere di questa ottimizzazione. Nella tabella qui sopra vedete un esempio concreto a confronto con un notebook con Core i7 di ottava generazione.

AUTONOMIA INTERESSANTE

Tutto molto bello, prestazioni interessanti, ma l’autonomia? Una delle promesse dei cosiddetti Modern Device è quella di riuscire a toglierci il pensiero della batteria scarica e di garantire almeno una giornata di utilizzo reale. Obiettivo raggiunto, almeno per questo Spectre X360 con cui sono riuscito a superare le 10 ore di utilizzo in modalità Bilanciata e con display al 50% circa di lumionsità, comunque più che sufficiente per un utilizzo in interna. Un utilizzo fatto più che altro di navigazione, videoscrittura e di qualche video su YouTube.

Autonomia HP Spectre X360 2020

  Consumo orario Autonomia
Internet Work in Wi-Fi -9.2% 10,8 ore
Netflix HD Windows Store App -9.7 % 10.3 ore
Rendering / Giochi (Iris Plus G4) -47 % 2.1 ore
Draining in standby (Connected Standby Off) -0.1% 41 giorni

Luminosità schermo al 50% (circa 120 nit), audio al 50%. 

Si tratta di un risultato interessante perchè migliora di ben due ore quella che era l’autonomia del modello precedente, segno evidente che queste ottimizzazioni funzionano e che i nuovi SoC a 10 nanometri fanno il loro lavoro. Ovviamente siamo ancora lontani dalle 20 ore che potremo essere in grado di raggiungere con i successivi step evolutivi, ma se guardiamo ai progressi fatti nel corso di questi ultimi anni, la speranza di avvicinarsi al traguardo non è del tutto vana. Staremo a vedere come si evolverà la situazione con nuovi display a basso consumo e con l’ulteriore ottimizzazione dei processi produttivi.

Per ora le 10 ore garantite dalla batteria da 61Wh presente all’interno dello chassis di questo Spectre sono comunque sufficienti per moltissimi utenti. Batteria che si ricarica completamente in circa un’ora grazie al caricatore da 65W presente in confezione. Un alimentatore molto compatto e dotato di un cavo rivestito in corda molto bello da vedere ma anche decisamente resistente.

CONSIDERAZIONI

Tirando le somme, parliamo quindi sicuramente di un’ottimo prodotto, perfetto per lavorare in mobilità, leggero, compatto e completo senza rinunciare ad una costruzione solida e a prestazioni di buon livello. Si tratta di un 2 in 1 che garantisce grande flessibilità in termini di adattamento all’utilizzo lontano dalla scrivania, con la pennina che è un plus sicuramente da non sottovalutare. Mi hanno convinto anche le prestazioni e sopratutto la capacità del sistema di adattarsi alle esigenze dell’utente nelle diverse situazioni lavorative. Insomma, quando c’è da tirar fuori i muscoli questo Spectre X360 ha le carte in regola per farlo in tutta sicurezza ma se ciò non fosse necessario non ci sono sprechi di energia inutili, a tutto vantaggio dell’autonomia. I parametri previsti dal programma Project Athena di Intel sono tutti ben rispettati, come la durata della batteria in uso reale superiore alle 9 ore e il tempo di risveglio inferiore al secondo.

Ma quanto costa? Il listino parla di 1299.99 euro, su Amazon si trova a circa 50 euro in più. Non sono pochi in senso assoluto ma sinceramente, visto e considerato tutto quello che abbiamo appena detto, non è una cifra che reputo esagerata. Ci sono alcune soluzioni simili tra le proposte della concorrenza e i prezzi sono allineati, in alcuni casi anche leggermente superiori. Ora come ora lo consiglierei sicuramente a chi non ha problemi di budget e necessita di una  macchina agile ma affidabile, senza però dimenticarsi dello street price e della sua evoluzione. Sfondato il muro dei 1000 euro, e ci arriveremo, questo è un prodotto assolutamente degno di nota per tutti.

VIDEO

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Articolo originale disponibile qui

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