Dopo più di sette mesi dalla recensione di Google Pixel 8 torniamo a parlarvene dopo averlo utilizzato per più di due settimane con la Beta di Android 15, arrivata ad oggi alla sua versione 2.2. Tra viaggi ad Helsinki e Dubai e trasferte a Milano lo abbiamo messo di nuovo a dura prova in ogni condizione possibile e grazie alla beta di Android 15 abbiamo potuto apprezzare diverse novità legate a quello che vedremo nei prossimi mesi. Vi ricordo che i Pixel 8 verranno aggiornati per sette anni, grazie alla nuova politica di aggiornamento Google, tra patch di sicurezza, feature drop e major update.
Ho personalmente scelto il Pixel 8 per questa riprova poiché lo trovo, ad oggi per una questione prezzi, molto più a fuoco del fratello minore 8A. Pixel 8A difatti ha una scheda tecnica meno completa, risultando un 8 leggermente depotenziato. Ad oggi però i prezzi dei due smartphone sono pressoché sovrapponibili. Il Pixel 8 Pro ha sicuramente qualche vantaggio dalla sua come ad esempio le fotocamere più prestanti, la presenza di un teleobiettivo 5X e via dicendo ma risulta anche più scomodo da utilizzare durante dei viaggi e costa decisamente di più. Essendo l’autonomia simile tra 8 ed 8 Pro ho quindi scelto il Pixel 8 per questo esperimento, essendo il compromesso di mezzo migliore. Rimangono ovviamente tutti i limiti elencati nella recensione completa, come ad esempio il modem e la ricezione o altro che affronteremo più in basso.
INDICE
ESPERIENZA D’USO
GLI AGGIORNAMENTI E ANDROID 15 BETA
PIACEVOLEZZA D’USO E DISPLAY
Pixel 8, come anche il Pixel 8A, resta uno degli smartphone più piacevoli da utilizzare nel 2024. Rispetto all’8A qui però abbiamo una certificazione IP68 e delle cornici più ridotte. Personalmente l’ho sempre utilizzato con la cover, così da migliorare il grip ed eliminare l’unico difetto del Pixel 8 estetico: il vetro posteriore lucido. Il grip con la cover è eccellente ed il peso resta contenuto. Pixel 8 Pro, di contro, è molto più scivoloso e scomodo anche con la cover. Apprezzo tantissimo le curvature ottimizzate del display e dell’interfaccia, con una UI grafica che ben si sposa anche con l’estetica del prodotto.
Pixel 8 ha nel display uno dei punti di forza e nelle soleggiate e torride giornate di Dubai lo abbiamo potuto apprezzare particolarmente: anche a questi climi più estremi lo smartphone non ha mai subito di protezione energetica come invece può accadere ancora con gli iPhone più compatti della serie Pro. I nit raggiunti di luminosità del pannello OLED denominato “Actua Display” sono 1400 in contenuti SDR e 2000 nit in contenuti HDR, seppur ogni tanto è possibile notare anche qualche valore più elevato. Esclusa la luminosità anche la qualità è ottima. Ho modificato svariate foto con Lightroom in questi giorni ed i colori ottenuti sono stati veritieri e validi anche visualizzati poi su display calibrati e più professionali.
PRESTAZIONI, AUTONOMIA E RICARICA
Con la beta di Android 15 abbiamo messo di nuovo sotto stress la batteria e abbiamo ottenuto un risultato interessante: anche con la beta non abbiamo drain anomali ed i consumi sono rimasti standardizzati. In una giornata “di viaggio” con quindi connettività sempre in 5G, display quasi sempre al massimo della luminosità e refresh rate non limitato raggiungiamo le 4h di display circa. In alcuni contesti riusciamo a fare qualcosa in più e a volte qualcosa in meno. Se da questo uso elimino un po’ di parte fotografica e editing foto con lightroom, due processi eccessivamente esosi di risorse, arriviamo invece anche alle 5h30min-6h00min. Con una sveglia al mattino presto ho dovuto effettuare sempre una ricarica di circa il 10-30% per arrivare a notte inoltrata.
In una giornata normalizzata insomma non dovrete mai servirvi di questa ricarica extra ma nel caso vi servisse preparatevi perché essendo limitata a massimo 30W potrebbe essere decisamente lenta. In questa recente trasferta a Dubai abbiamo utilizzato anche il POCO F6 Pro con la carica a 120W e POCO F6 con la 90W, ricariche che con delle temperature soltanto di poco superiori permettevano in 20 minuti una carica da 0 a 100 completa senza più scendere al compromesso della batteria dual-cell. Una carica ottimale di Pixel 8 completa impiega circa 80 minuti.
Parliamo anche di temperature perché seppur negli Emirati Arabi Uniti avevamo medie di 38°C il Pixel, con anche la cover a gravare la situazione, si è aggirato su una temperatura batteria di 30-32°C di media nelle 24 ore. I picchi di massima sono stati di circa 40 massimo 43 gradi, simili a ciò che si può riscontrare con un iPhone 14 Pro o iPhone 15 Pro nelle stesse situazioni. Attenzione perché vi ricordo che stiamo parlando di temperature batteria, non del SOC. Soltanto nella giornata più stress, quella dell’evento di lancio dei nuovi POCO F6, ho raggiunto una media di 35°C con massime di 45°C, risultato che soltanto Galaxy S24 in questa gen potrebbe superare.
FOTO, VIDEO E SELFIE
Tornare a scattare foto con Pixel 8 è stata una piacevole riscoperta. Finalmente i RAW sono stati ottimizzati in app come Lightroom e a differenza di iPhone mantengono al 100% ogni aspetto della foto, incluso l’eventuale rumore digitale e colore. Seppur quindi il primo approccio possa sembrare più ostico e tendenzialmente peggiore il risultato finale che si può ottenere è decisamente più distinto e multiforme. Seppur l’hardware di questo Pixel 8 non sia nulla di speciale le foto ottenute sono da vero top di gamma, almeno sulla fotocamera principale.
La ultrawide infatti soffre molto di più, sia in qualità che autofocus. Se con la cam principale infatti non butterete praticamente mai uno scatto preparatevi a scartarne molti della ultrawide: basta poco per far perdere il fuoco a questa fotocamera e ottenere un risultato deludente. Manca ovviamente un teleobiettivo e personalmente vedrei benissimo uno zoom 3X sul futuro Pixel 9. Troviamo ormai lenti tele anche su medio gamma o top economici quali Realme 12 Pro Plus e Xiaomi 13T e la speranza è che quindi anche Google faccia questo passo in avanti, così da differenziare magari anche di più il futuro Pixel 9 e Pixel 9A.
In notturna ovviamente escono fuori di più i limiti hardware ma anche senza il magico scatto JPEG/HEIF della Gcam si ottengono dei RAW lavorabili e con dei colori finali più appaganti e veritieri degli scatti HDR elaborati autonomamente dallo smartphone. I selfie seguono lo stesso discorso ma qui il sensore decisamente limitato mostra i suoi limiti anche di giorno. Grave pecca qui è l’assenza dell’autofocus abilitato soltanto sul Pixel 8 Pro. Manca una modalità cinema frontale come per Galaxy S24 ad esempio.
Eccellenti in generale anche i video per questa fascia di prezzo: per poco più di 500 euro abbiamo dei video decisamente sopra la media di quelli che otteniamo dai vari brand cinesi quali Xiaomi, Oppo, OnePlus, Honor, Huawei e via dicendo. L’unico contro dei video di Pixel rimane la pessima gestione del rumore in notturna che dovrebbe essere ottimizzato, al netto di perdere qualche piccolo dettaglio. La stabilizzazione è ottima ed il 4K è un bel file con colori veritieri e non sparati. Bene anche la gestione delle luci seppur in notturna lo smartphone tende a sovraesporre in automatica.
Vi racconto un piccolo aneddoto: durante questo viaggio stampa la maggior parte delle persone utilizzava, oltre al POCO F6 che abbiamo ricevuto in test, iPhone 15 Pro Max o Galaxy S24/S23 Ultra. In molti casi le foto risultavano migliori da questo pixel, soprattutto in situazioni critiche dove gli altri facevano più fatica a gestire le esposizioni, le alte luci attorno alle fonti di illuminazione e a volte a mantenere un ottimo focus. Dimostrazione ulteriore di come il software dietro questi sensori di fascia media a conti fatti riesca a fare un miracolo.
L’AI RIVOLUZIONA TUTTO?
No. L’Intelligenza Artificiale è ancora un aspetto marginale dello smartphone. Sto realizzando un contenuto dove per un mese utilizzo solo programmi di AI anziché Google Search e simili ma su come sta andando questo esperimento vi aggiornerò a breve. Nel frattempo vi racconto di come su Google Pixel abbiamo una IA semplificata che ci aiuta a risparmiare tempo su alcune azioni del quotidiano quali sbobinare registrazioni vocali, formattare messaggi soltanto con un imput grazie a Google Messaggi e modificare le foto. L’unica funzione ad oggi che sfrutto settimanalmente è il Magic Editor.
ABBIAMO BISOGNO DI QUESTI AUSILI IA?
Ancora no. Questa sarebbe in breve la mia risposta. La maggior parte delle funzioni che spacciamo come IA sono disponibili in realtà da anni, soltanto rese più carine e facilmente fruibili. Il Magic Editor dalla sua, grazie all’IA generativa ed un cloud enorme al quale attingere è invece un qualcosa che reso accessibile a tutti è una grande novità. Non solo perché usarlo è estremamente facile. Prendiamo ad esempio una mia foto con un POCO F6 in mano, basta tapparlo per riconoscere anche le porzioni nascoste dalla mia mano e ricreare, più o meno bene, una parte del dito invisibile. Molto divertente in questi giorni è stato anche andare a nascondere tutte le più grandi opere architettoniche di Dubai con solo un tap.
ANDROID 15: IL FOCUS SULLA SICUREZZA
Android 15 prova ad espandere la già buona gestione della sicurezza e privacy intrapresa dalle precedenti versioni del robottino verde. Arrivano svariate novità come il toggle per disattivare la connessione WIFI alle reti con protocollo WEP, meno recente e meno sicuro ed arriva anche la possibilità di usare un MAC randomizzato assieme alla possibilità di non condividere il nome del nostro dispositivo sulla rete alla quale siamo connessi. Passi avanti anche nella sicurezza della rete mobile: arriva la possibilità di ricevere una notifica quando la rete mobile alla quale siamo connessi non è sicura per mancanza di cirttografia o se gli identificatori univoci del dispositivo e della SIM (IMEI e IMSI) vengono registrati. C’è un ulteriore toggle per “forzare” la crittografia, richiedendola, col rischio però di essere tagliati fuori da alcune reti che non supportano ciò.
IL NUOVO CENTRO DI CONTROLLO AUDIO
C’è aria di restauro grafico con Android 15 ed una dimostrazione ce la dà fin da subito il nuovo centro di controllo dell’audio. Lo possiamo raggiungere dai tre puntini sotto lo slider del volume e ci apre un sottomenù che sale dal basso verso l’altro. Seppur ci sia questa animazione a swipe è un menù statico che non possiamo chiudere ad esempio con uno swipe verso il basso. Questo controsenso mi ricorda un po’ le gesture di alcune app di iOS, come Facebook. L’unico modo effettivo per chiudere questo menù è tramite il tasto “fine” posizionato tra l’altro in basso in posizione non sempre comoda.
Escluso ciò il funzionamento è molto buono e graficamente è ben fatto. Possiamo anche controllare da quale fonte audio sta provenendo il suono e se attivare o meno i sottotitoli in tempo reale! Siamo comunque su una beta quindi la speranza che nella sua versione finale ottenga delle animazioni di apertura e chiusura tramite gesture è ancora viva.
WIDGET, MATERIAL YOU E GESTURE
Android 15, soprattutto su Tablet, significa molti Widget nuovi e più ampia possibilità di personalizzazione. Su smartphone la situazione è un po’ più limitata ed esclusa una grafica leggermente ottimizzata il cambiamento più degno di nota è il Meteo che ora si chiama “Meteo di Pixel”. Parliamo allora di Material You perché finalmente possiamo notare come molte icone delle app più famose si stiano adattando a questo tema che da più di due anni ormai è in “beta”. Mancano purtroppo ancora tantissime app tra le quali alcune famosissime come Netflix o Amazon Shopping. Tra le 100-200 app che installo in genere sui miei smartphone circa poco meno della metà ancora non ha una icona proprietaria.
La gesture del back predittivo, che avevamo già notato in versione sperimentale nel passato tramite le impostazioni sviluppatore, adesso è attiva di default. Occhio però perché lo sviluppatore di ogni app deve integrare questa gesture. App come Trainline, ad esempio, sin dal day one supportano questa nuova gesture grafica. Tante app Google ancora non hanno il supporto mentre altre come Gmail la supportano seppur ci siano ancora alcune imperfezioni grafiche. Se su Trainline ad esempio notiamo come il back si porti dietro anche la barra di stato su Gmail spesso non avviene, creando uno stacco grafico non bellissimo da vedere.
ARCHIVIO APP E GESTIONE FULL SCREEN
Una feature che sarà molto utile a tutte quelle persone con poco storage a bordo dei propri smartphone sarà ed è la possibilità di archiviare le applicazioni. Cosa significa ciò? Da oggi con Android 15 potremo archiviare le app, senza rimuoverle dalla nostra home screen. Così facendo andremo a risparmiare sul peso dell’APK e della cache, mantenendo soltanto i dati utente dell’app. Nel caso di un videogioco non risparmiamo molto spazio quindi perde un po’ di senso. Prendiamo il caso di Honkai Star Rail, un gioco che arriva a pesare anche 15-17GB. La porzione di dati archiviabile è soltanto poco superiore a 500MB mentre i dati sono tutto il restante. Nel caso di Instagram, una app social molto diffusa, abbiamo circa 337MB di APP e il restante che può arrivare anche a più di 1GB di dati utente.
Arriva anche una miglior gestione del full screen seppur qui manca ancora una funzione chiave: forzare alcune app ad usare effettivamente tutto lo schermo, oltre la selfie cam. Ci fa sicuramente piacere vedere ottimizzazioni nella zona della barra inferiore per le gesture, che ora non rimane pressoché mai in nessuna app con uno sfondo nero, ma è essenziale integrare una forzatura del full screen. Tutti gli smartphone come Xiaomi, Samsung, Realme, OnePlus, Oppo, Honor, Huawei e via dicendo hanno una funzione per forzare app come Netflix o Prime Video a tutto schermo. Su Pixel invece siamo ancora costretti a vedere la parte inferiore ottimizzata e quella superiore che taglia digitalmente il display sotto alla selfie cam.
SPAZIO PRIVATO E VIBRAZIONE ADATTIVA
Google finalmente porta una funzione per avere uno spazio privato e secondario anche sui propri Pixel. Spazio Privato è a tutti gli effetti una “mega cartella” che troviamo alla fine del drawer dove possiamo inserire un account google completamente diverso, una impronta diversa per accederci ed avere foto, contatti, app e documenti completamente distaccati dallo spazio pubblico. Siamo ancora lontani dal livello ottimale raggiunto da Samsung o Xiaomi ma comunque per essere un primo inizio siamo sulla buona strada.
Bene anche la Vibrazione Adattiva. Questa funzione arriva a sorpresa e ben si sarebbe sposata col “Notification Cooldown”, una funzione arrivata nella prima beta ma che già è stata rimossa. Con Notification Cooldown si andava progressivamente a ridurre il volume di una notifica quando si ricevevano tanti messaggi, come dentro un gruppo whatsapp, in rapida successione. Vibrazione Adattiva invece permette di adattare l’intensità di vibrazione in base al contesto d’uso. Grazie ai microfoni e vari sensori lo smartphone cerca di capire su che superficie è poggiato per aumentare o diminuire l’intensità della vibrazione. Se ad esempio rileva di essere su un letto l’aumenterà mentre se poggiato su una scrivania in legno la vibrazione sarà più tenue.
COSA ASPETTARSI DA PIXEL 9?
Al netto di una estetica leggermente rinnovata e che sembra puntare più ad alcuni elementi squadrati, come il frame ed il vetro posteriore, non sembra ci saranno estremi stravolgimenti. La versione base e pro rimarranno ancora distinte per funzioni come la fotocamera tele mentre la versione economica “A” sarà di nuovo molto simile alla base, uscendo però in ritardo. La verà novità potrebbe essere il ritorno del formato fold, finalmente ottimizzato, ricco dell’esperienza raccolta anche con i Pixel Tablet e formati di display più grandi.
Se avete dubbi se acquistare un Pixel 8 oggi o attendere per un Pixel 9 la mia risposta è: comprate tranquillamente un Pixel 8. Verosimilmente i pro ed i contro rimarranno gli stessi, con un ovvio piccolo upgrade delle specifiche tecniche. Il futuro Tensor G4 si spera faccia passi avanti lato consumi e modem ma essendo ancora relegato a Samsung non avremo le prestazioni degli Snapdragon e Mediatek prodotti da TSMC. Grazie anche ai 7 anni di aggiornamenti ormai anche la vita di un prodotto “vecchio” di una generazione è ancora lunghissima. Pixel 10 invece pare sarà il punto di svolta quindi forse sarà lui il Pixel che vi porterà poi a pensare ad un vero e proprio upgrade o passaggio allo smartphone di Google.
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(aggiornamento del 27 maggio 2024, ore 23:50)