La quarta edizione del Global Grad Show di Dubai si è appena conclusa, dopo aver ospitato oltre 200 piccoli “colpi di genio” degli studenti delle migliori scuole di design al mondo. L’esposizione, la più grande dedicata ai designer emergenti, che ha accolto quest’anno gli allievi di 92 università e istituti da più di 40 Paesi, offre uno spaccato sulla vita quotidiana del futuro, che sarà un po’ fuori dagli schemi e – speriamo – più sostenibile. Ecco sette progetti che si sono distinti per originalità.
1. Twenty. Sapevate che l’80% dei detergenti per la casa e per la persona che di norma utilizziamo è composto generalmente di acqua? Significa che il sistema di trasporto di questi prodotti produce tonnellate di emissioni di CO2 per trasferire da un posto all’altro… la stessa cosa che esce dal rubinetto. Per non parlare dello spreco di imballaggi di plastica. Mirjam de Bruijn della Design Academy Eindhoven (Paesi Bassi) ha ideato una serie di capsule disidratate che contengono gli ingredienti restanti di vari prodotti per la pulizia. Una volta immersi in acqua, si agita un po’ e si ottiene un prodotto con le stesse caratteristiche e la stessa densità di quello che acquisteremmo già pronto. Semplice e rivoluzionario allo stesso tempo: non a caso Mirjam si è aggiudicata il premio della giuria del Global Grad Show di quest’anno.
2. Sorsi d’acqua in caramelle. Dopo aver trascorso alcune settimane a stretto contatto con la nonna affetta da demenza, Lewis Hornby dell’Imperial College London ha trovato un sistema per affrontare un problema che spesso affligge chi è in questa condizione: la disidratazione. Le difficoltà nel maneggiare il bicchiere e nel deglutire, il non riconoscimento dello stimolo della sete, dell’utilità del bicchiere o delle istruzioni per bere fanno sì che le persone anziane con demenza non assumano sempre abbastanza acqua. Hornby ha pensato di inserirla nelle Jelly Drops, gocce composte per il 90% di acqua (più qualche eccipiente per favorirne l’assorbimento) ma in tutto e per tutto simili a caramelle colorate, facili da afferrare e difficilmente rifiutate da pazienti che conservano la curiosità per i dolci. Sette Jelly Drops forniscono la stessa idratazione di un bicchiere d’acqua, ma sono accettate più facilmente.
3. Un sistema di impollinazione robotico. Speriamo di non doverci arrivare mai, ma nel caso le api dovessero del tutto scomparire, potrebbe esserci utile STEM, il braccio robotico ideato da Peter Cheah della Melbourne’s Monash University: le piante disposte in piccole serre si alternano a rotazione per finire tra le grinfie di uno stelo artificiale che trasferisce il polline da una all’altra, come fanno da sempre gli insetti.
4. Bucato su strada. C. Mile è una lavatrice ricavata nell’ultimo posto che vi verrebbe in mente: la ruota degli automezzi per il trasporto di merci. Masoud Sistani ha pensato agli autotrasportatori del suo Paese, l’Iran, che trascorrono molto tempo lontano da casa e hanno l’esigenza di lavare i vestiti. La lavatrice sarebbe ricavata nel vano più interno delle ruote e attivata dal movimento del mezzo.
5. Pulisci e riusa. Le tecniche attualmente impiegate per ripulire le chiazze di petrolio riversate in mare non permettono di riutilizzare il greggio recuperato dall’acqua. NOAA POR utilizza nanoparticelle di ossido di ferro caricate magneticamente nonché speciali filtri per separare i due liquidi e non perdere gli idrocarburi: un incentivo in più per ripulire gli ecosistemi inquinati. Il progetto è di Julianna Probst, dell’Università di Cincinnati.
6. La base per piante. Zhang Liye della Huazhong University of Science and Technology (Cina) ha tratto ispirazione per il suo ACORN dalla fiera di Dubai dell’anno scorso. Si è accorto che i deserti che circondano la città sono poveri dei nutrienti necessari per far crescere le piante: l’acqua si può recuperare, ma come supplire ai minerali mancanti? Zhang ha pensato di riutilizzare il materiale di scarto dei raccolti per creare basi compresse biodegradabili da inserire nel sottosuolo, per fare da sostrato alle nuove piante. Le radici delle nuove arrivate assorbono da ACORN minerali e nutrienti, e dopo 4 mesi la base si è completamente dissolta nel terreno, che lascia più ricco di quando è arrivata.
7. Il mascara che dura 10 anni. Non tutte le invenzioni per essere degne di nota devono salvare il mondo. Alcune possono porre fine a disagi minori e contribuire nel loro piccolo a inquinare di meno: Infinity mascara è un set riutilizzabile per il trucco delle ciglia composto da un contenitore esterno e un applicatore a forma di ditale dalla durata decennale, e da un sistema di ricariche che si sostituisce ogni 3-6 mesi. Pippa Bridges della Loughborough University (Inghilterra) l’ha pensato per porre fine allo spreco di tubetti per mascara: contenitori in plastica che hanno una vita di pochi mesi, e quindi finiscono nel ciclo di rifiuti che ben conosciamo.