Ha sollevato il suolo di circa 10 centimetri vicino alla città di Durazzo, il terremoto di magnituso 6,2 avvenuto ieri lungo la costa dell’Albania. Lo indicano le immagini radar riprese dai satelliti Sentinel-1 del programma europeo Copernicus di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione Europea, analizzate dai sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Mappa della deformazione del suolo ottenuta sulla base dei dati dei satelliti europei Sentinel 1 (fonte: INGV/Laboratorio Geosar, Geohazards)
I Radar ad apertura sintetica (Sar) hanno permesso di misurare la deformazione del suolo, come è accaduto per i terremoti del 2009 a L’Aquila, del 2012 in Emilia Romagna e del 2013 in Lunigiana.
La deformazione è stata misurata dalla piattaforma online Geohazard-tep, sviluppata dall’Esa, utilizzando una coppia di immagini radar acquisite dai satelliti Sentinel-1 dalla stessa posizione, prima e dopo il terremoto. Il confronto fra le due immagini ha permesso di ottenere un interferogramma, ossia la mappa dello spostamento del suolo.
Questa è stata ottenuta anche sulla base del segnale elettromagnetico emesso dal satellite, riflesso dalla superficie terrestre e catturato dal sensore, che nell’immagine ottenuta viene rappresentato con diversi cicli di colore. Ogni ciclo (o frangia) rappresenta uno spostamento della superficie terrestre lungo la linea di vista del satellite di mezza lunghezza d’onda del segnale emesso.