Cassandra Crossing/ Le parole al vento, i bit per l’eternità.
Questo è un articolo su più pagine: ti invitiamo a leggere la pagina iniziale
Le parole al vento, i bit per l’eternità
Poi è venuto il digitale, e l’informazione si è riversata li. La parola scritta si è trasformata in sequenze di bit, e i bit sono il mezzo meno duraturo e più cagionevole inventato dall’uomo. Pur essendo potenzialmente eterni, ben poco delle opere e degli scritti nati digitali è sopravvissuto fino a oggi.
Pensiamo alle “opere digitali” su Cd-Rom, tanto comuni nelle edicole di una quindicina di anni fa. Fortemente legate a un sistema operativo e un computer, sono già oggi illeggibili, a causa del progresso tecnologico che ha spazzato via le piattaforme su cui potevano essere fruite.
Pensiamo ai mezzi di registrazione. Lasciando perdere gli hard disk di qualsiasi tipo, destinati con certezza alla rottura o allo smaltimento, i cosiddetti “supporti di memorizzazione esterna”, cioè nastri, cassette, Cd-Rom, Dvd, Blu-Ray, si sono rivelati negli anni ben poco durevoli.
Ti raccomandiamo anche:
A parte la scomparsa degli apparecchi di lettura necessari, i mezzi stessi si sono rivelati più cagionevoli del previsto, e oggi si sono persi eventi storici come il video del primo passo di Armstrong e archivi digitali come quelli dei primi satelliti e delle sonde NASA. Quanto è che non controllate i vostri vecchi Cd-Rom con le foto dei gattini così accuratamente salvate?
In questo marasma si sono certamente persi gli archivi di posta di centinaia di milioni di persone comuni e di personalità storiche che, per semplice incuria o sottovalutazione, nessuno, a cominciare dagli interessati, ha mai pensato di conservare.
Per approfondire:
Ma l’oblio assoluto non è la cosa peggiore che possa capitare alle parole digitali. Può infatti capitare che le parole cadano nell’oblio per gli uomini, che non possono più accedervi, ma sopravvivano, trasformate negli immensi e proprietari archivi elettronici di multinazionali che le usano per fini che nulla hanno a che fare con la conoscenza, la cultura, e che non alimentano la cultura e l’Infosfera, ma al massimo sono cibo per le IA.
Così oggi posso leggere le lettere di Manzoni o di Gramsci, che le hanno scritte su carta, ma non quelle dei pionieri dell’informatica; posso leggere il discorso mai letto della morte dei primi uomini sulla Luna, ma non molti dei pensieri di Aaron Swartz, riversati in rete, eppure per la massima parte scomparsi.
E così, in futuro, forse poche email di valore sopravviveranno, e solo se ne avremo cura, ma tutte le parole e i pensieri riversati nei social saranno persi per sempre. Usciranno dall’Infosfera della Cultura e finiranno in quella parte della Matrice più oscura, dove solo l’industria e la finanza potranno usarle, per poi gettarle via senza farsi domande non appena diventeranno voce passiva di un bilancio trimestrale.
Articoli suggeriti:
E pensare che i bit, ce lo dice la fisica teorica, potrebbero durare per tutto il tempo dell’universo…