Per la prima volta il coronavirus 2019-nCoV è stato fatto crescere in un laboratorio fuori dalla Cina: è accaduto in Australia, nel laboratorio dell’Istituto ‘Peter Doherty’ per le infezioni e l’immunità dell’Università di Melbourne. Il virus è stato isolato nella prima persona risultata positiva nel Paese e il mondo della ricerca ha già definito questo risultato “una svolta” per la diagnosi.
Avere a disposizione dei campioni del virus è infatti cruciale per studiarne il comportamento sia in coltura sia negli animali e avere in questo modo a disposizione nuovi strumenti mettere a punto test per la diagnosi e di un futuro vaccino.
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Come raccomandato dell’organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e in linea con la condotta adottata dalla comunità scientifica internazionale, il centro australiano ha dichiarato di voler condividere tutte le informazioni per favorire la ricerca sui test per diagnosi e sui vaccini.
Al momento i campioni del virus si trovano soltanto in Cina e non sono stati messi a disposizione dei ricercatori di altri Paesi; gli unici dati condivisi sul nuovo coronavirus sono quelli relativi alla sequenza genetica, rapidamente pubblicata dai ricercatori cinesi sulle banche dati GeneBank e Gisaid.