Trovato l’accordo tra l’azienda e i sindacati. Pagamento orario da 8,5 euro. Confermata l’anticipazione di Wired: subentreranno le agenzie interinali con quote e tempi prestabiliti
C’è l’accordo. E si basa sul modello della logistica, da sempre richiesto dai sindacati. A sottoscriverlo la società di food delivery Just Eat e le organizzazioni Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, che hanno raggiunto un accordo per il primo contratto collettivo aziendale per inquadrare i rider con il contratto della logistica. Questo accordo sarà applicato dal colosso delle consegne a domicilio nell’ambito dell’implementazione del nuovo modello di business che prevede l’inquadramento dei rider come lavoratori subordinati e che porterà nel corso dell’anno all’assunzione di circa 4.000 rider in tutta Italia. Come anticipato da Wired, il modello di assunzione sarà misto. All’inizio saranno tutti impiegati da Takeaway Express Italy, una società costituita ad hoc, dotata di uno staff di 100 persone e controllata al 100% dalla stessa Just Eat, che fornirà la piattaforma logistica per le consegne. Dopo i primi nove mesi, ed entro specifici limiti, subentreranno anche assunzioni attraverso agenzie interinali.
Il contratto prevede l’applicazione di festività, lavoro straordinario, ferie, malattia, maternità/paternità secondo quanto regolamentato dal contratto. Il compenso orario di norma non sarà inferiore a 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni. Si parte con 8,50 euro all’ora, a cui si aggiungono il premio di risultato di 0,25 euro a consegna e l’accantonamento del tfr, oltre alle eventuali maggiorazioni per il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno.
Con diversi regimi orari di part time (da 10, 20 o 30 ore), i turni vengono pianificati mediante un’app dove il rider dà la sua disponibilità per la settimana successiva e Just Eat, considerando la preferenza, procede alla pianificazione della settimana lavorativa. In aggiunta l’accordo prevede indennità a titolo di rimborso chilometrico per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne, ciclomotore o bicicletta, e l’applicazione piena e integrale delle norme vigenti in materia di salute e sicurezza e consegna di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti dalla normativa vigente, dotazioni di sicurezza gratuite fornite da Just Eat come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti antipioggia e zaino per il trasporto del cibo, oltre a igienizzanti e mascherine anti-Covid.
Inoltre, in aggiunta alle coperture assicurative fornite dagli istituti di previdenza ed assistenza pubblici (Inps e Inail) a tutti i dipendenti sarà fornita un’assicurazione nel caso si verifichi un incidente grave sul lavoro.
Scoober, il nuovo modello di inquadramento introdotto da Just Eat, n Italia è stato avviato già nella città di Monza a metà di marzo con l’inserimento dei primi 40 lavoratori, e sono previste altre 22 città italiane per un totale di oltre 4.000 rider assunti. Con questo strumento Just Eat vuole smarcarsi dai concorrenti. Lo ha affermato platealmente quando, a novembre, si è chiamata fuori dal contratto del settore firmato dall’associazione di categoria Assodelivery, di cui fanno parte Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Social Food, con il sindacato di destra Ugl, che mantiene lo status quo e i fattorini come lavoratori autonomi.
Per Deliverance Milano, sigla autonoma dei fattorini, “oggi per la prima volta in Italia, una multinazionale del delivery sigla un contratto, dopo una negoziazione avvenuta tra tutte le parti sociali, avviando un processo che porta la figura del fattorino all’interno del contratto collettivo nazionale della logistica, trasporti, merci e spedizioni riconoscendo piene tutele alle lavoratrici e ai lavoratori dell’azienda, che saranno tutti assunti finalmente con un contratto di lavoro vero diventando dipendenti”. “Siamo soddisfatti del risultato positivo che testimonia la comune volontà di approcciare in modo costruttivo e sostenibile un settore in crescita a vantaggio di tutti gli attori di questa industry: rider in primis ma anche ristoranti e operatori come Just Eat”, commenta Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia.
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