Il trasferimento tecnologico è la nuova priorità perché la ricerca scientifica diventi un motore dell’innovazione in Italia: lo ha indicato oggi il ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca, Marco Bussetti, nell’ audizione presso la Commissione Attività produttive della Camera. In quest’ottica, ha rilevato, bisogna intervenire su strutture, valutazione e snellimento della burocrazia.
“Il nostro Paese non può competere se non innovando”, ha detto Bussetti, ma “non è sufficiente investire nella ricerca pubblica” perché è necessario anche “un sistema imprenditoriale adeguato”. Vanno innovati anche i criteri di valutazione dell’ Agenzia Nazionale per la valutazione della ricerca (Anvur), che per Bussetti oggi si basano su una valutazione eccessivamente concentrata su criteri quantitativi. Questa, ha rilevato, “è la ragione del disastroso paradosso per cui l’Italia è al vertice nella produzione di lavori scientifici di alta qualità, ma quasi inesistente quando si tratta di applicare i risultati”.
Per il ministro Bussetti il sistema della ricerca va ripensato “non come luogo di spesa, ma come un investimento per lo sviluppo”. Si tratta quindi di dare un indirizzo nuovo, puntando alla “semplificazione della burocrazia, a una maggiore autonomia e libertà operativa” e regole per la ricerca diverse da quelle che valgono per la pubblica amministrazione. Manca inoltre, ha aggiunto, “una rete organizzata della ricerca applicata”.
Tra i cambiamenti prospettati nella relazione di Bussetti, c’è anche un’organizzazione del sistema dei cluster tecnologici concentrati in “pochi poli” su temi specializzati e con risorse adeguate. Si prevedono inoltre bandi per strutture start up
supportare la crescita di imprese innovative e, riguardo al capitale umano, si punta ad aumentare il numero di borse di dottorato, anche incentivando convenzioni con le imprese.
Si guarda anche a “incentivi per i privati che finanziano la ricerca”. Quanto agli enti pubblici ricerca, si guarda all’istituzione di un organismo che definisca le strategie nazionali della ricerca, al di là dell’attuale frammentazione degli enti, vigilati da più ministeri. Bussetti ha anche prospettato l’idea di un organismo unico, una “Consulta composta da personalità alto profilo”, che definisca le strategie nazionali della ricerca.