Si applicano sull’obiettivo di qualsiasi smartphone per trasformarlo in un microscopio o per immortalare fiori, insetti e qualsiasi cosa vi venga in mente di osservare da distanza ravvicinatissima (cioè in modalità “macro”): sono le Blips, lenti così sottili (sono spesse appena un millimetro) che si possono tenere nel portafoglio, in borsetta o in un taschino. Cinque domande & risposte su questa tecnologia di una startup tutta italiana, SmartMicroOptics.
Chi le ha inventate?
Andrea Antonini, ex ricercatore del laboratorio di Neuroscience and Brain Technologies dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) a Genova, mentre lavorava allo sviluppo di microlenti per osservare reti di neuroni. Provandole su uno smartphone si accorse che questo diventava, in pratica, un microscopio vero e proprio, in formato tascabile. Dopo una serie di migliorie, decise di proporlo sul mercato.
Quando è venuta l’idea e come è stata sviluppata?
Nel 2015. Con il sostegno dell’Iit, il progetto è stato sviluppato e ha vinto un concorso per startup in Liguria. L’anno dopo le Blips sono state proposte su Kickstarter (la piattaforma di crowdfunding) dove hanno raccolto il sostegno di oltre 5.000 persone e un finanziamento di 218mila dollari, quasi 15 volte più della richiesta iniziale.
A quel punto l’inventore e i suoi collaboratori hanno deciso di sviluppare il processo di produzione, realizzando i macchinari e sviluppando tutto il know-how. Ecco perché nessuno è riuscito a creare “imitazioni” capaci delle stesse prestazioni allo stesso costo.
Quanti tipi di lenti ci sono?
Le Blips si adattano a qualsiasi modello di smartphone e servono innanzitutto per divertirsi, girando video o scattando foto. Le più potenti raggiungono una risoluzione di 3,5 micron, sufficiente per distinguere le cellule in un tessuto. Per realizzare foto macro con le lenti apposite, da 5 a 10 ingrandimenti, basta una mano ferma, mentre per risoluzioni più spinte occorre un supporto su cui appoggiare il telefonino e un vetrino, simile a quelli usati per i microscopi, su cui preparare l’oggetto dell’osservazione. Una app abbinata consente di semplificare alcune operazioni, come l’attivazione di una fonte luminosa per illuminare il soggetto.
Ma a che servono?
«I consigli dei nostri follower (più di 3.000) e il confronto con aziende ci hanno fatto venire moltissime idee», dice Antonini. Per esempio le lenti possono essere impiegate come strumenti didattici.
«Con una società farmaceutica abbiamo iniziato la distribuzione in abbinamento a uno shampoo antipidocchi, ma stiamo anche studiando, con un’azienda nel settore agricolo, la possibilità di fornire le Blips per individuare parassiti sulle colture».
Possono avere anche applicazioni utili per la salute?
«Con un importante centro dermatologico», continua Antonini, «abbiamo in progetto di utilizzare le Blips per consulti a distanza, soprattutto per la diagnosi di malattie veneree. Eviteremmo così ai pazienti l’imbarazzo di un’indagine diretta, che spesso frena il ricorso a uno specialista. E poi il vantaggio di realizzare immagini molto dettagliate, anche a livello cellulare, e di poterle inviare via Web per una prima analisi a distanza, può aprire secondo noi grandi opportunità in campo diagnostico e sanitario, soprattutto a beneficio dei Paesi in via di sviluppo».
(Qualora aveste comprato già Focus nella versione senza lenti e foste interessati, potete trovare le lenti sul sito www.mondadoriperte.it, sempre a 9,99 euro).